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[Roma] ALTA VELOCITÀ’ “Il tuo tempo è il loro denaro”

20-Nov-11

La lotta contro l’alta velocità in Val di Susa prosegue ormai da più di 20 anni. In tutto questo tempo ha saputo resistere agli assalti continui di politici di ogni colore, giornalisti e funzionari di ogni genere. E’ cresciuta nella sperimentazione orizzontale delle lotte per la difesa del territorio. Ha intrecciato le pratiche di resistenza urbana a quelle di uomini e donne che vivono ancora un legame diretto di conoscenza e simbiosi con la propria terra. Oggi, più che mai, è questo legame con la terra e tra gli individui coesi a difenderla ad essere costantemente sotto attacco. Oggi, più che mai, i rapporti di solidarietà sono una spina nel fianco per tutti coloro che vogliono imporre il TAV.

Il TAV è ovunque e non si tratta solo di un treno. Il TAV è ovunque e ci riguarda direttamente.

Dal nord al sud Italia, ma anche nel resto dell’Europa, interi territori sono stati devastati dalle linee ferroviarie destinate all’alta velocità. Sulle vite delle persone si fanno pagare i veleni e le nocività che questo progetto porta con sè. I profitti da garantire alle grandi imprese e gli interessi politici nel tutelarli rivelano l’altra faccia dell’esclusione e dell’oppressione. Quanto costa prendere un TAV? Quanti possono permetterselo? Quanti treni accessibili a tutti concellati o soppressi? Quanti sono gli operai morti nei cantieri dell’alta velocità? Quante terre sono state espropriate, distrutte ed inquinate? Quanta gente ha perso la casa, quanta gente è stata ricattata dallo Stato affinchè partissero i cantieri di una linea ad alta velocità? Ma soprattutto, a chi giova parlare di sviluppo e progresso? E chi ci guadagna nel far girare sempre più velocemente questo mondo?

Il TAV è ovunque e dietro questo progetto c’è un modello di vita che vuole essere imposto.

Impongono di andare sempre più veloci, perchè ci sono merci da produrre e da far circolare da un angolo all’altro del pianeta: la macchina non si deve mai fermare. Nella frenesia della vita quotidiana, scandita dai ritmi incessanti del lavoro, del tempo misurato in base al denaro, il progetto del TAV riguarda tutti; sfruttati e spremuti fino all’osso: andare più veloce, per produrre il più possibile.

La tecnologia è lo strumento con cui lo stato attua la trasformazione dell’habitat in un sistema sempre più complesso e controllato da una ristretta cerchia di specialisti. Il TAV rappresenta bene questo processo: i suoi fautori (oltre agli sprovveduti di ogni risma) sono la stessa tecnocasta che impone, aldilà dei partiti di riferimento, le scelte economiche e strategiche. Fiumi di miliardi per i nuovi armamenti e per le nuove guerre, progetti faraonici per le grandi opere, convergenza delle scienze per la manipolazione ed il controllo della vita in tutte le sue manifestazioni. Il connubio tra società civile ed apparati militari diventa sempre più realtà. Non a caso, tra le società che promuovono e lucrano sul TAV, strutturate tra mafia e stato, spicca Finmeccanica, multinazionale leader del settore bellico.

Il TAV è ovunque, lottiamo ovunque contro il TAV.

Il 28 Novembre verrà inaugurata l’ala TAV della stazione Tiburtina e già sappiamo quale sarà il tenore della propaganda. Le alte cariche dello stato, in nome del progresso e dello sviluppo, taglieranno i nastri dell’ennesima nocività imposta sulla città di Roma., mentre negli ultimi giorni di governo Berlusconi la Camera ha approvato formalmente la militarazzizazione della Val di Susa, proclamando i cantieri TAV “siti di interesse strategico nazionale”.
Il progetto della “nuova” stazione Tiburtina è partito da quando il sindaco era ancora Walter Veltroni. Una speculazione che riempie le tasche dei soliti noti: Montezomolo, Della Valle, Intesa-San Paolo e il gruppo Ferrovie dello Stato, solo per dirne alcuni. “Ma sull’importanza di quest’opera nessuno ha dubbi”, blaterano giornali e partiti. Certo, nessun dubbio quando si tratta di guadagni milionari, politica e poteri forti. Ma anche noi non abbiamo dubbi, siamo convinti che la logica devastatrice vada contrastata fuori da ogni partito e istituzione, che altro non fanno che stemperare la rabbia e inibire la capacità reale delle persone di cambiare la propria esistenza. Crediamo nell’autogestione delle lotte, da portare avanti con mezzi e modi antiautoritari.

A tutti i solidali con la lotta NO TAV, a tutti coloro che vogliono combattere le nocività e il potere che le impone, a tutti coloro che aspirano a un mondo libero da oppressione e sfruttamento, diamo appuntamento:

Lunedì 21 Novembre, alle ore 17:00 presso il vecchio edificio di Fisica

per organizzare una risposta all’ inaugurazione della stazione Tiburtina

dedicata all’ Alta Velocità che si terrà il 28 Novembre

LIBERE TUTTE E TUTTI

19-Nov-11

LIBERE TUTTE E TUTTI

Giovanni Caputi, 22enne originario di Terlizzi, in provincia di Bari, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, dai giudici della decima sezione penale del tribunale, al termine del giudizio con rito abbreviato. La procura aveva chiesto una condanna a 4 anni.” “La procura ha comunicato che nei confronti del Caputi sta procedendo anche per l’accusa di devastazione”

Queste le fredde parole delle agenzie di stampa.

Il Tribunale per conto dello Stato ti vuole sbattere in una cella, Giovanni, per punirti, perché sei uno dei tanti e tante che non vogliono più subire passivamente.

Ma perché proprio te? Non perché “hai fatto” qualcosa di particolarmente “efferato”, ma perché “sei” uno di quelle migliaia/decine di migliaia/centinaia di migliaia/milioni che non vogliono sottomettersi all’ordine dello stato di cose presenti che impone “nostri” sacrifici necessari alla “loro” crisi.

Hanno colpito te e pochi altri e altre per terrorizzare quei ragazzi e ragazze, quelle donne e quegli uomini che si stanno incamminando lungo la strada della ribellione sociale. Lo Stato, coadiuvato dal potere dei media riattiva il più antico e triviale dei riti: quello del capro espiatorio.

Questo ordine cui vogliono sottometterci è lo stesso che produce miseria e fame, devastazioni ambientali e umane, egoismo e guerre tra poveri, ma anche guerre tra eserciti con inauditi massacri. Questo stesso ordine consente a una piccola parte della popolazione di accrescere ricchezza e potere, sempre di più, un potere totale che si libera via via di quegli orpelli democratici di cui amava ornarsi.

A questo punto ci sembra illusorio il patetico tentativo di chi vuole tornare indietro “ai bei tempi in cui la democrazia funzionava e anche i diritti”; tempi che, in realtà, per le classi subalterne, per i lavoratori, per gli studenti, per i migranti, per le donne non sono mai esistiti, se non nelle parole di chi glorificava le liturgie democratiche. Quello che realmente è successo, nei decenni passati, è stato uno scontro duro e prolungato grazie al quale i lavoratori hanno strappato, con la forza, alcune conquiste che oggi il capitale finanziario e produttivo ci sta togliendo violentemente. L’illusione del “ritorno alla democrazia e alle politiche inclusive” viene coltivata da quelle “anime belle” che sperano di evitare lo scontro frontale e ci propinano inguacchi nazional patriottici, affliggendoci col rimpianto della perduta (ma quando?) sovranità nazionale.

Ma non dobbiamo spaventarci: questi deliri punitivi dello Stato, queste accozzaglie patriottiche dei partiti, altro non sono che dimostrazioni dell’impotenza degli gnomi della finanza e delle banche strangolati dalle insaziabili urgenze del capitale e del profitto. Ma le loro ricette di “lacrime e sangue” per “uscire dalla crisi” malamente occultano la realizzazione di un modello di accumulazione ancor più rigido e disciplinante di quello attuale, incardinato su un feroce sfruttamento del lavoro e saccheggio dei territori.

Opporci a tutto ciò, disordinare quell’ordine è un nostro dovere, verso di noi e verso l’umanità. Solo nelle pieghe del disordine capitalistico possono nascere gli embrioni di una società opposta e alternativa a quella attuale, costruendo relazioni fondate sull’uguaglianza, la solidarietà e il rispetto di ciascuna e ciascuno: una vera trasformazione sociale rivoluzionaria.

Questo programma comincia a costruire il proprio linguaggio, nei territori che resistono alla devastazione (No Tav, No Inceneritori, No discariche…) nelle occupazioni studentesche, nella ripresa delle lotte del lavoro (trasporti, ecc….), e la ribellione del 15 ottobre è stato un ulteriore passaggio.

Repressione e galera troveremo sempre più sul nostro cammino, da sempre sono questi gli strumenti del potere per impedire la trasformazione sociale. Il carcere cerca di rinchiudere i soggetti che lottano per separarli dal loro ambiente, è questo l’annientamento. Ma la lotta collettiva ha scavalcato le alte mura e anche nel carcere è risuonato il linguaggio della rivolta. Non ci faremo certo intimidire dal carcere e dalla repressione ma cercheremo, con ogni mezzo, di riportare in mezzo a noi chi ci viene strappato, in mezzo a noi perché riprendano il loro posto di lotta.

Siamo con te Giovanni, cercheremo di impedire con tutte le nostre forze di farti rinchiudere in quelle celle.

Per scrivere a Giovanni Caputi: carcere di Regina Coeli, Via della Lungara 29, 00165 Roma

Il prossimo 5 dicembre è fissata l’udienza per il processo per direttissima nei confronti di:

Robert Scarlat, Stefano Conigliaro e Ilaria Ciancamerla.

Stiamo al loro fianco

S.R.

Colpirne uno per…ri-educarne migliaia

18-Nov-11

E’ arrivata la prima condanna per le\gli arrestate\i del 15 ottobre. Una condanna pesante che ci sembra essere, ancora una volta, la vendetta della Legge nei confronti di chi ha poco o niente per difendersi.
Sembra che abbiano deciso di far pagare tutto a lui.
Dopo tutto l’insopportabile marasma mediatico creatosi subito dopo gli scontri del 15 ottobre, la repressione continua a colpire, sempre più seriamente.
Giovanni Caputi, l’unico che era ancora in stato di detenzione, dentro Regina Coeli, proprio perché senza alcuna dimora, è stato condannato con il rito abbreviato dal Tribunale di Roma a tre anni e 4 mesi di detenzione per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale.
Ma la procura fa già sapere che forse non basta e, ora che ha ottenuto la trasmissione degli atti dal tribunale, vuole indagare anche per il reato di devastazione.
Vogliamo continuare a sostenere chi si è trovato prima colpito da accuse pesanti e poi da una condanna che trasforma una persona nel capro espiatorio delle migliaia che c’erano in piazza.
Ora che il governo dei banchieri si è insediato, crediamo che sia ancora più importante sottolineare contro chi continueremo a scagliare la nostra rabbia: i padroni, le banche, la classe politica tutta. Tutti pronti ad abbracciare il commissariamento de facto delle istituzioni europee, per un modello economico giunto al capolinea.
Noi, però, abbiamo un’arma che loro non hanno.
Quella solidarietà che si mette in moto quando sentiamo che uno spirito affine è in difficoltà. E allora il nostro impegno deve essere quello di far sentire a Giovanni tutta la nostra solidarietà.
Lanciamo un appello alla Roma solidale, se ancora esiste: cerchiamo collettivamente un domicilio per Giovanni, affinché almeno possa uscire da quell’infame luogo che è Regina Coeli, seppur in regime di arresti domiciliari.
Raccogliamo dei soldi, affinché possa fare un minimo di spesa.
Mandiamogli dei vestiti, al contrario di quello che credono i buoni cittadini, in carcere fa molto freddo.
Regaliamogli dei libri, senza di loro dentro il tempo può sembrare infinito.
Scriviamogli lettere, per far sentire a Giovanni che fuori ci sono delle persone che lottano anche per lui.
Facciamogli sentire la nostra voce fuori dal carcere di Regina Coeli, e facciamola risuonare nelle strade.
Partecipiamo in massa il prossimo 5 dicembre all’udienza del processo contro Ilaria, Robert, Stefano.

Continuiamo a sottoscrivere per le spese legali presso il c\c di Radio Onda Rossa: conto corrente postale CCP n. 61804001 intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001, Via dei Volsci 56 – 00185 Roma. Causale: “15 ottobre”; effettuando un bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001 Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001 Causale: “15 ottobre”.

Se il silenzio è il primo sintomo della loro vittoria, noi continueremo sempre a gridare.
Le nostre lotte camminano con Giovanni e per Giovanni.
Liber* tutt*

15 ottobre: ecco la prima condanna

18-Nov-11

Che vergogna.
Sembra che abbiano deciso di far pagare tutto a lui.
Tutto il marasma mediatico insopportabile creatosi subito dopo gli scontri del 15 ottobre inizia a mietere vittime.
Ieri sera c’arriva la splendida notizia della scarcerazione di Leonardo Vecchiolla, trasferito poco prima nel carcere di Rebibbia per competenza territoriale. Scarcerato senza alcuna restrizione: libero.
Oggi invece la batosta.
Giovanni Caputi, l’unico che era ancora in stato di detenzione, dentro Regina Coeli, proprio perché senza alcuna dimora, è stato condannato questa mattina dal Tribunale di Roma a tre anni e 4 mesi di condanna per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale con il rito abbreviato.
Ma la procura ci fa già sapere che forse non gli basta e che ora che ha ottenuto la trasmissione degli atti dal tribunale, vuole indagare anche per il reato di devastazione.
Tra gli arrestati del 15 ottobre, Giovanni è quello con la condizione più particolare: originario di Bari era in Spagna da divero tempo, non ha ottenuto la scarcerazione come gli altri perché privo di domicilio o di qualcuno che potesse ospitarlo, qui in Italia.
Così è rimasto in carcere ed oggi s’è preso la prima condanna per gli scontri del 15 ottobre scorso, in piazza San Giovanni: vogliono anche il risarcimento danni, sia il Comune di Roma che l’Ama, la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti e procederanno in sede civile dopo essersi costituiti parte civile.

Hanno trovato il capro espiatorio: il più debole paga per tutti.
Sarà contenta la redazione di Repubblica e tutti coloro che invocavano la polizia o impacchettavano fanciulli.
Noi ricordiamoci che il 5 dicembre ci sarà l’udienza per Robert, Stefano ed Ilaria:
NON LASCIAMOLI SOLI!

e scriviamo a Giovanni,
nel carcere di Regina Coeli, Via della Lungara 29, 00165 Roma

da: baruda

http://baruda.net/2011/11/17/15-ottobre-ecco-la-prima-condanna/

Polizia scatenata contro gli studenti a Torino

17-Nov-11

Questa mattina, 17 novembre,  al corteo organizzato  dagli studenti medi e universitari dentro la “Giornata mondiale dello studente”, a cui partecipavano i sindacati di base della cub e dei cobas, la polizia si è scatenata contro la manifestazione che voleva chiudersi davanti a Bankitalia in via arsenale. L’obiettivo era quello di denunciare il ruolo di speculatori e avvoltoi che svolgono gli istituti finanziari  nell’attuale crisi prodotta proprio da loro, e di cui le banche sono i primi responsabili insieme alla casta dei politici. Si sono viste ripetute cariche della polizia contro studenti, che “armati” solo di striscioni, slogan e determinazione, volevano portare la protesta sotto le finestre di bankitalia, seguendo l’esempio degli studenti che avevano occupato Wall Street. Manganelli e botte contro pacifici e inermi studenti. Diversi feriti, 5 studenti fermati, di cui 2 feriti. Tra i fermati anche una studentessa della Valsusa quindicenne. Nella loro tenacia e nel coraggio di avere tentato per ben 4 volte di raggiungere Bankitalia, tutte le volte respinti a suon di manganellate, abbiamo colto la stessa ostinazione che caratterizza il popolo della valsusa. A loro, ai fermati, ai feriti, a chi c’era va  tutta la nostra solidarietà.

da notav.info

http://www.notav.info/movimento/polizia-scatenata-contro-gli-studenti-a-torino/

PRIMA CONDANNA A ROMA PER INCIDENTI 15 OTTOBRE

17-Nov-11

Prima condanna per gli incidenti accaduti a Roma  durante la manifestazione il 15 ottobre scorso. La VII sezione penale del Tribunale ha inflitto, per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, 3 anni e 4 mesi di reclusione a Giovanni Caputi di 22 anni. Caputi era stato fermato il giorno degli incidenti insieme con altri 12 manifestanti ed è ancora detenuto nel carcere di Regina Coeli. Oggi per lui il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione e in giudizio oggi ha comunicato che nei confronti di Caputi, difeso dall’avvocato Fabrizio Gallo, sta procedendo anche per l’accusa di devastazione.

Con la sentenza i giudici hanno disposto che in separata sede risarcisca il danno al Comune di Roma e all’Ama per i danni provocati. Inoltre ha condannato Caputi al pagamento delle spese di giudizio e l’ha interdetto per cinque anni. Il 5 dicembre prossimo davanti alla decima sezione penale presieduta da Rosanna Ianniello saranno processati altri tre manifestanti, Ilaria Ciancamerla, Roberto Scarlett e Stefano Conigliano che sono agli arresti domiciliari e sono imputati per resistenza aggravata.

Commentando la decisione l’avvocato Gallo ha detto: «siamo in presenza di una sentenza troppo dura. Sulla decisione ha influito la pressione mediatica legata a quanto accaduto a Roma. Oggi viene condannata una persona che con gli incidenti e i casi di violenza non ha nulla a che fare».

da (Saz/Zn/Adnkronos) 17-NOV-11 12:52

Leonardo è libero!

17-Nov-11

Alle 21 e 30 di mercoledi 16 Novembre, Leonardo esce sorridente dal carcere di Rebibbia!

Tutti liberi e tutte libere!

Bologna – Presidi in solidarietà con gli arrestati del 15 ottobre

17-Nov-11

Migliaia di persone il 15 ottobre si sono scontrate per le strade di Roma; migliaia di individui diversi nelle pratiche e nei sentimenti che portavano con sè.
Senza alcuna pianificazione o complotto, la rabbia di molti, pur mostrandosi tante volte cieca e confusa, è esplosa attaccando anche banche, caserme e supermercati, finendo di scontrarsi con le forze dell’ordine. Questa giornata ha mostrato come l’indignazione davanti ad un esistente di miseria non basti.

I media hanno cercato di ricondurre quella rabbia, slegata da ogni appartenenza, ai soliti noti.
Hanno lavorato per esasperare le divisioni, spingendo addirittura alla delazione aperta. Tra il non essere d’accordo con certe modalità d’azione ed aiutare le forze dell’ordine nelle indagini c’è una notevole differenza che non può essere ignorata.

Rilanciamo due appuntamenti dove aprire spazi di discussione e confronto per allargare la solidarietà agli arrestati, ai fermati ed ai perquisiti del 15 ottobre.
Facciamo della solidarietà un’arma, in una città come Bologna che rappresenta in quest’ultimo periodo un laboratorio privilegiato della repressione sbirresca.

Martedì 15 Novembre – ore 18.00:
Presidio in Piazza Verdi
con mostra, video e microfono aperto
Sabato 19 Novembre – ore 11.00:
Presidio in Piazza VIII Agosto

Aggiornamenti legali e assemblea pubblica

16-Nov-11

Giovanni per il momento resta in carcere.

Rabbia e Odio !!!

Il giudice ha confermato la custodia cautelare in carcere per Giovanni Caputi, giovane arrestato durante i disordini del 15 ottobre a Roma. Giovedì 17 novembre alle ore 9.30 inizierà il processo con rito abbreviato visto che il Pm ha rifiutato il patteggiamento.

Giovanni non ha un domicilio italiano perché vive in Spagna e l’avvocato ha ribadito che se non gli si trova un domicilio in Italia resterà dentro a scontare la custodia cautelare.

Il giudice ha accettato la costituzione come parte civile del Comune di Roma e Ama SPA. Sembra assurdo visto che l’accusa non è danneggiamento ma solo resistenza aggravata.

E’ NECESSARIO TENERE ALTA L’ATTENZIONE E LA PARTECIPAZIONE PER NON LASCIARE NESSUNO/A SOLO/A IN MOMENTI COME QUESTI!

MERCOLEDI’ 16/11 ALLE h 20 (Puntuali per favore)

LA PROSSIMA ASSEMBLEA  AL CSOA EX SNIA

 

Scriviamo a chi è in carcere o ai domiciliari per far sentire la nostra solidaretà!

Per Sottoscrivere per le spese legali degli arrestati e delle arrestate: venendo negli studi di ROR in Via dei Volsci 56 a Roma, tutti i giorni dalle 8 alle 21; oppure compilando un bollettino di conto corrente postale CCP n. 61804001 intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001, Via dei Volsci 56 – 00185 Roma. Causale: “15 ottobre”; effettuando un bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001 Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001 Causale: “15 ottobre”.

 

 

 

APERICENA BENEFIT

14-Nov-11

MARTEDI 15 NOVEMBRE

dalle 18 ASSEMBLEA E A SEGUIRE APERICENA BENEFIT PER GLI ARRESTATI E LE ARRESTATE DEL 15 OTTOBRE

ALL’INTERNO DELL’INIZIATIVA DI CONTESTAZIONE ALLE AZIENDE NON TI PAGO/NON MI VENDO

LETTERE E FILOSOFIA ROMA 3, via ostiense 234,236 metro Eur Marconi

Non ci sono mele marce…ma tanti frutti di una rabbia diffusa

12-Nov-11

Collegamenti dal presidio e non – da Radio Onda Rossa

12-Nov-11

http://www.archive.org/download/CorrispondenzaAperturaPresidio/corrispondenza_Lu…

E’ da poco in corso di svolgimento il presidio indetto sotto il carcere di Regina Coeli a Roma in solidarietà ai compagni e alla compagna arrestati il 15 ottobre.

Ascolta la corrispondenza dal presidio, che ne ripercorre le motivazioni e invita alla partecipazione

http://www.archive.org/download/SolidarietArrestatiDalMovimentoNoTav/ermelindano…

Un messaggio di solidarietà per i compagni e la compagna denunciati il 15 ottobre e un saluto al presidio contro la repressione che si sta svolgendo a Roma da parte di una compagna del movimento No Tav

http://www.archive.org/download/PresidioControLaRepressione/marchetto.mp3

Una corrispondenza dal presidio a cura di un compagno del csoa Macchia Rossa di Magliana che fa una sintesi degli atti repressivi dal 15 ottobre in poi e della situazione degli accusati.

http://www.archive.org/download/CorrispondenzaAvvocata/marialusicavvocata.mp3

Una avvocata del team legale aggiorna sulla situazione dei comapgni e della compagna sottoposti agli arresti.

Ancora in carcere si trovano giovanni e fabrizio, gli altri sono agli arresti domiciliari.
Un presidio di solidarietà e contro la repressione è in corso sotto il carcere di Regina Coeli a Roma

Per quattro di loro è stato deciso il processo per direttissima lunedì 14 alle 9.30.
http://www.archive.org/download/PresidioControLaRepressione_485/presidio_luciano…

Il presidio in solidarietà ai compagni e alla compagna arrestata si muove in corteo fino a piazza Trilussa, dove è in corso un’assemblea cittadina di piazza.

Una corrispondenza con un redattore di Radio Onda Rossa

http://www.archive.org/download/ControLaRepressione/pink_commento.mp3

Intervista ad un compagno di Antagonismo Gay di Bologna che riflette a partire dalla repressione dopo il 15 ottobre.

http://www.archive.org/download/PresidioChiusura/chiusurapresidio111112.mp3

Alle 18.30 si scioglie l’assemblea in piazza Trilussa della mobilitazione contro la repressione e in solidarietà con gli arrestati del 15 ottobre.

Valutazioni e considerazioni a cura di un compagno di radio onda rossa

SCONTRI ROMA: LUNEDI’ PROCESSO PER DIRETTISSIMA PER 4 INDAGATI

12-Nov-11

(AGI) –
Roma, 11 nov. – Subito a giudizio quattro degli undici manifestanti,
fermati per gli incidenti del 15 ottobre scorso nel centro di Roma
durante il corteo degli ‘Indignati’ e accusati dalla procura di
resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Il procuratore aggiunto
Pietro Saviotti e il pm Marcello Monteleone non hanno voluto perdere
ulteriore tempo e, come prevede il codice di procedura penale, entro 30
giorni dalla convalida degli arresti decisa dal gip Elvira Tamburelli,
hanno sollecitato il processo per direttissima nei confronti di
Giovanni Caputi (l’unico ancora detenuto in carcere), del rumeno Robert
Scarlet, Stefano Conigliaro e Ilaria Ciancamerla, ai quali il riesame,
pochi giorni fa, ha concesso gli arresti domiciliari. Il dibattimento,
notificato anche alle parti offese Comune di Roma e Ama (l’azienda
municipalizzata per i rifiuti), prendera’ il via lunedi’ prossimo
davanti ai giudici della decima sezione penale. La mossa della procura
ha colto di sorpresa i difensori degli indagati che certo non si
aspettavano questa accelerazione da parte degli inquirenti. E’
probabile, dunque, che gli stessi avvocati possano chiedere al collegio
un breve rinvio dell’udienza (i cosiddetti ‘termini a difesa’) per
poter prendere visione delle contestazioni avanzate ai loro assistiti.
I magistrati, convinti di aver acquisito a carico degli indagati
elementi piu’ che sufficienti per poterli sottoporre al vaglio di un
collegio giudicante, avrebbero voluto usare lo stesso metodo anche con
gli altri sette indagati fermati il 15 ottobre. Il giudizio per
direttissima, pero’, e’ stato possibile solo per i quattro i cui
fascicoli sono stati restituiti alla procura in tempo utile dal
tribunale del riesame. Nei confronti degli altri, quindi, gli
inquirenti sembrano orientati a procedere con una richiesta al gip
nelle prossime settimane di giudizio immediato (che consentira’ di
saltare l’udienza gup approdando subito in aula). (AGI) Cop

Aggiornamenti da Chieti

11-Nov-11

Fissata l’udienza per Leonardo Vecchiolla, studente di 23 anni della d’Annunzio, ritenuto tra i partecipanti all’assalto al furgone dei Carabinieri in piazza San Giovanni a Roma, lo scorso 15 ottobre

CHIETI. Sarà discussa il 16 novembre l’istanza al Riesame di Roma per Leonardo Vecchiolla, lo studente beneventano detenuto nel carcere di Chieti per gli incidenti di Piazza San Giovanni a Roma. L’udienza romana arriva inaspettatamente un giorno prima quella disposta dallo stesso Riesame dell’Aquila, in quanto Vecchiolla nei giorni scorsi è stato raggiunto da una ulteriore istanza di custodia cautelare in carcere disposta dal tribunale di Roma. Vecchiolla si trova dunque con due mandati di arresto, l’ultimo quello romano notificato in carcere a Chieti nei giorni scorsi.

Due arresti e due riesami quindi per il 23enne di Ariano Irpino (Benevento), in carcere dal 22 ottobre scorso. Il secondo di fatto reitera il precedente, ma secondo il legale Sergio Acone in quello disposto dal tribunale romano ci sono nuove contestazioni che in parte modificano quello precedente, disposto si dalla procura di Chieti ma sempre su indicazione delle forze dell’ordine romane.

A questo punto non è dato sapere come si comporterà il tribunale aquilano in attesa del responso dei colleghi romani: non è escluso che possa dichiararsi incompetente e rimettersi al verdetto romano.
link alle foto del presidio: http://ilcentro.gelocal.it/chieti/multimedia/2011/10/31/fotogalleria/chieti-manifestazione-per-chiedere-la-liberazione-dello-studente-arrestato-30925037/3

da ilcentro.gelocal.it

Scontri a Roma del 14 dicembre – Rinvio a giudizio per 26 persone

11-Nov-11

Le accuse: resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento seguito da incendio, travisamento in occasioni di manifestazione in luogo pubblico non preavvisata

Chiusura indagini e richiesta di rinvio a giudizio per 26 persone coinvolte negli scontri avvenuti a Roma il 14 dicembre 2010 in occasione del voto di fiducia alle Camere. Sono queste le determinazioni della Procura della Repubblica di Roma, e, in particolare, del Procuratore aggiunto Pietro Saviotti e del sostituto procuratore Luca Tescaroli che hanno seguito le indagini condotte dalla Digos della Questura di Roma con il supporto tecnico della Polizia Scientifica.

Dai riscontri probatori a carico dei 26 indagati sono stati ritenuti “sussistenti sufficienti elementi” per la configurazione di reati che vanno dalla resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento seguito da incendio, al travisamento in occasioni di manifestazioni in luogo pubblico, a manifestazione non preavvisata. In particolare, tra gli indagati figurano sei persone che gravitano nell’ambito dell’antagonismo capitolino, autori di ripetuti lanci di grossi petardi verso i contingenti delle Forze di polizia posti a sbarramento delle strade di accesso verso le sedi istituzionali.

Altre 7 persone sono state invece identificate tra gli autori di episodi di violenza verificatisi in piazza del Popolo dopo l’esito del voto. Tra gli indagati ci sono anche 8 persone provenienti da province diverse, tra cui Brescia, Verona, Messina, Padova e Udine. Tra gli episodi contestati anche il lancio di cassonetti, di segnali stradali e pubblicitari contro veicoli delle Forze dell’ordine. Sono numerosi anche gli atti di imbrattamento di edifici realizzati da alcuni indagati, per la cui identificazione sono risultati determinanti le documentazioni video-fotografiche realizzate dalla Polizia Scientifica. I provvedimenti sono in corso di notifica da parte della Digos.

da ilfattoquotidiano.it