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INCONTRO CON ALCUNI COMPAGNI DI BARCELLONA – VENERDI 9 DICEMBRE

07-Dic-11

VENERDI’ 9 DICEMBRE

H.19.00

ZAZIE NEL METRO,

VIA BRACCIO DA MONTONE 88, PIGNETO

Il 15 di ottobre a Barcellona centomila persone hanno dato vita a tre
cortei che hanno marciato verso tre obiettivi: l’educazione, con
l’occupazione di una facoltà universitaria; la questione dell’abitare,
con l’invasione del quartiere di Nou Barris; infine un altro corteo ha
occupato un edificio che da quel giorno si chiama 15o.

Il movimento spagnolo così ricomincia dall’azione, dai “gesti comuni”.
Il 15 ottobre, giornata globale di conflitto, anche per la Spagna ha
voluto dire imprimere una svolta al movimento che è nato nelle piazze
lo scorso anno, il cosiddetto movimento 15m.

Barcellona, Oakland, Roma… Cosa vi è di comune?

Da Barcellona dicono: “moltiplicare le tattiche e le linee strategiche
in un movimento decentralizzato ma risuonante che afferma una nuova
etica.”

Un’etica della cooperazione e del comune contro l’egoismo proprietario
del capitale.

In questo incontro dunque si parlerà dei comitati di quartiere, che
sono la vera anima del movimento barcellonese, delle nuove lotte
metropolitane che si vanno affermando e delle potenzialità e dei limiti
del movimento 15m. E si proverà a confrontare la situazione italiana e
in particolare romana con quello che accade in Europa e nel mondo,
convinti che una nuova internazionale delle lotte sia già in piedi.

Gran Concerto al Bencivenga – Sabato 10 Dicembre

06-Dic-11

Presentazione della Scarceranda 2012 e dibattito

06-Dic-11

10 Dicembre, 2011 – 18:00

LOA Acrobax-Ex cinodromo della capitale

Via della Vasca navale 6

Presentazione della Scarceranda 2012 e dibattito

Partendo dai processi per il G8 di Genova 2001 e passando per la gogna mediatico-giudiziaria scatenatasi all’indomani del corteo del 15 ottobre scorso, vorremmo discutere collettivamente su come le forme di potere releghino sullo sfondo della scena qualsiasi forma di critica all’esistente, in una società basata sull’emergenza e sulla sicurezza, che esclude dalla politica chi “pone il problema”.

Saranno con noi gli avvocati e le avvocate che seguono i processi di Genova 2001 e del 15 ottobre

Gennaro Santoro, Associazione Antigone

A seguire

Proiezione del video di Indymedia sulla manifestazione del 15 ottobre
Aperitivo e cena a sostegno delle spese legali del 15 ottobre

CONCERTO

FESTINA LENTE

Perché di carcere non si muoia più ma neanche di carcere si viva

per info

www.ondarossa.info

www.acrobax.org

Venaus 8 dicembre 2005 …….. 8 dicembre 2011 Chiomonte LA RESISTENZA CONTINUA

06-Dic-11

Nell’anniversario della riconquista della piana di Venaus da parte dei cittadini, il movimento No Tav risponde con 4 straordinari giorni di impegno, presenza e lotta alla militarizzazione della valle sancita dal disegno di legge di stabilità che definisce l’area del “cantiere” della Maddalena di Chiomonte SITO DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE.

Reti, muri, forze dell’ordine non ci fermano e non ci fermeranno: CONTINUIAMO A DENUNCIARE E A OPPORCI PACIFICAMENTE E CON DETERMINAZIONE ALLA VERGOGNOSA MILITARIZZAZIONE DELLA VALLE CHE GIORNO DOPO GIORNO SOTTRAE DENARO DALLE TASCHE DEGLI ITALIANI al ritmo di novantamila (90.000) euro al giorno!

Mentre stringono noi cittadini nella morsa di un debito che non ci appartiene, utilizzano i beni comuni per il proprio profitto e ci impongono sprechi insensati che odorano di corruzione. Non ci stancheremo mai di ripetere che il TAV è un’opera inutile, dai costi insostenibili, figlia di un modello di sviluppo devastante. Intanto il dissesto idrogeologico distrugge vite e famiglie, trascinando nel fango e nella disperazione interi paesi.

Nel 2010 fonti ministeriali quantificavano in:

19 miliardi di euro il fabbisogno minimo per mettere in sicurezza il paese da frane, smottamenti e altri danni idrogeologici
13 miliardi di euro il fabbisogno minimo per mettere in sicurezza le SCUOLE mentre I soldi per il cunicolo geognostico della Maddalena, come stabilito dal CIPE, sono sottratti anche dai fondi FAS per la messa in sicurezza delle scuole!
Il TAV in valle di Susa potrà costare per difetto 20 miliardi di euro che andranno a cadere sulle nuove generazioni senza aspettativa di lavoro!
Stringiamoli noi! Circondiamo le loro stupide reti, facendo pressione intorno ai luoghi simbolo della connivenza tra (mal)affari e politica, con atti di disobbedienza civile che sono una garanzia per il futuro di tutto il paese. Mettiamo i bastoni tra le ruote a chi collabora attivamente alla militarizzazione, come la Sitaf che ha consentito l’apertura in autostrada di un corridoio per il passaggio dei militari e delle ruspe, aumentando contemporaneamente i pedaggi autostradali.

PROGRAMMA

GIOVEDI’ 8 DICEMBRE:

ORE 10: due concentramenti presso il campo sportivo di Giaglione e alla stazione di Chiomonte per dar vita a due cortei che si recheranno ad effettuare una VISITA GUIDATA ALLE RETI CHE CIRCONDANO IL CANTIERE CHE NON C’E’

ORE 10: concentramento alla stazione di Susa per un corteo che arriverà all’autoporto e dintorni dove ci si tratterrà condividendo pasti, momenti assembleari ed eventi artistici.

Nel tardo pomeriggio anche i cortei della Clarea confluiranno all’autoporto per dare insieme vita a una lunga NOTTE BIANCA NO TAV ALL’AUTOPORTO E DINTORNI

SABATO 10 DICEMBRE:

ORE 12 alla Baita Clarea PRANZO CON POLENTATA e ALTRO

ORE 20:45 al teatro Fassino di Avigliana: SECONDA GIORNATA EUROPEA CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI

DOMENICA 11 DICEMBRE – POMERIGGIO:

GRANDE FESTA AL PRESIDIO DI VENAUS

In tutte le situazioni è fondamentale essere autosufficienti (cambi d’abito, vestiti caldi, cibo, piatto bicchiere e posate, materassini, tende) perché come sempre:

A SARA’ DURA E QUESTA VOLTA SARA’ ANCHE LUNGA!!!!

2-3-4 Dicembre 2011 – Tattoo Circus – 13° Edizione

02-Dic-11

Iniziativa benefit a cui parteciperanno tatuatori e piercers da varie parti d’Europa ed il cui ricavato verrà utilizzato per le spese processuali e a sostegno delle detenute e dei detenuti privati della propria libertà!


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TATTOO CIRCUS LA RABBIA NON SI ARRESTA!

2-3-4 DICEMBRE

PROGRAMMA

VENERDI 2

dalle 11:00 alle 19:00 15 tatuatori, 2 pierciers, mostre, infoshops e banchetti autoproduzioni.
H 14:00 pranzo vegan
saranno in funzione sala da thè e birreria
@ L38SQUAT- via giuliotti 8, 6°ponte, Metro B Laurentina, bus 776/n21
http://www.tmcrew.org/l38squat/
H 20:30 cena vegan
H 21:00 Bijardino umano: fai la tua squadra ed entra in campo! si accettano scommesse!
@ ZK SQUATT – Via Epaminonda, tra ostierdam e palocco hills
http://www.tmcrew.org/zk

SABATO 3

dalle 11:00 alle 19:00 15 tatuatori, 2 pierciers, mostre, infoshops e banchetti autoproduzioni.
H 14:00 pranzo vegan
saranno in funzione sala da thè e birreria
@ L38SQUAT- via giuliotti 8, 6°ponte, Metro B Laurentina, bus 776/n21
http://www.tmcrew.org/l38squat/
H 20:30 cena vegan
H 22:00 in concerto:

-No chappy, bourgeois! (desperate boyband from genova)

-Gas attack (punk hardecore from Viterbo)

-Steack Nives

a seguire KARAOKE TERRORIST NIGHT
in più PERFORMANCE ACROBATICHE E FACHIRISMO!
@ Ateneo occupato – Via Fattiboni 1, Dragoncello (Acilia)
http://www.tmcrew.org/ateneo/

DOMENICA 4

dalle 11:00 alle 19:00 15 tatuatori, 2 pierciers, mostre, infoshops e banchetti autoproduzioni.
H 14:00 pranzo vegan

H 18:00 Blues bands in concerto: BLUES AGAINST YOUTH e ROLLIN AND TUMBLIN DUO
H 20:30 Cenone finale e selezioni musicali a seguire
durante tutta la giornata saranno in funzione sala da thè e birreria
@ L38SQUAT- via Giuliotti 8, 6°ponte, Metro B Laurentina, bus 776/n21

lascia il cane a casa… devi tatuarti, l’igiene è la prima cosa!

Bologna – Il 12 dicembre lo Stato processa gli anarchici

30-Nov-11

IL 12 DICEMBRE 2011 LO STATO PROCESSA GLI ANARCHICI

Orchestrata dalla collaborazione tra Ministero degli Interni, Eni e Procura di Bologna nella persona della pm Morena Plazzi e messa in atto dalla digos bolognese, l’operazione repressiva scattata nello scorso aprile contro 27 persone arriva all’udienza di rinvio a giudizio.

All’alba del 6 aprile i servi dello Stato hanno invaso le nostre case alla ricerca di prove ed espedienti per incarcerarci e dividerci, accusandoci di associazione a delinquere con finalità eversiva. Subito sono scattati gli arresti preventivi e altri provvedimenti cautelari e il sequestro dello Spazio di Documentazione Fuoriluogo. Nei mesi successivi sbirri e procura hanno continuato a colpire chi si è mostrato solidale offrendo spazi e supporto e non si è lasciato intimidire dalla violenza della repressione.

Ma cosa ci contestano?
Ci dicono che i nostri rapporti, i nostri spazi, le nostre pratiche e le nostre idee sono i fondamenti di un’associazione a delinquere. Tengono in piedi il loro castello accusatorio sulla base di reati quali resistenze, danneggiamenti, manifestazioni e presidi non autorizzati, i soliti capi di imputazione che gravano sulle spalle di chi porta avanti delle lotte.

Perché un’associazione a delinquere?
Perché lo Stato ha bisogno di trovare un espediente giudiziario per contenere la rabbia di tanti confinandola a pochi, creando separazione tra buoni e cattivi e addossandoci categorizzazioni gerarchiche a noi estranee.

Chi vuole intensamente godere della libertà, riuscire ad assaporarla e a condividerla, chi vuole continuare a lottare senza compromessi contro un mondo sempre più marcio fatto di gerarchie e denaro, si troverà sempre di fronte a un’uniforme pronta a impedirglielo ma incontrerà anche tanti appassionati rapporti di complice affinità.
Soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali, in cui è sempre più palese che il capitalismo non ha veramente più nulla da offrire, si verificano esplosioni di rabbia e le possibilità di rivolta tornano ad essere anche qui da noi una minaccia, l’allusione a voler godere appieno della propria libertà diventa pericolosa per chi ha da mantenere i propri privilegi e ancora una volta viene processata.

Il 12 dicembre 2011, anniversario della strage di Stato di piazza Fontana, lo Stato processa gli anarchici.

LUNEDÌ 12 DICEMBRE 2011
ORE 10.00: PRESIDIO IN SOLIDARIETÁ CON GLI IMPUTATI in PIAZZA DEL NETTUNO
ORE 17.00: ASSEMBLEA PUBBLICA SULL’ATTUALE SITUAZIONE REPRESSIVA ED IL CONTESTO SOCIALE IN CUI É INSERITA presso il CIRCOLO IQBAL MASIH (via della Barca 24/3, bus 14 fermata Barca)

Presidio solidale – Piazzale Clodio – 5 dicembre – h 10

30-Nov-11

Il 5 dicembre tutti e tutte a P.le Clodio.

La caccia alle streghe scatenata dai mass-media capitanati da “La Repubblica” dopo la manifestazione del 15 ottobre, comincia a dare i suoi frutti avvelenati. Dopo l’ormai abituale abuso della carcerazione preventiva, stavolta ai danni di giovani manifestanti rastrellate/i a caso il 15 ottobre stesso, si è avuta la prima, vergognosa sentenza.
Giovanni, 22 anni, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Avete capito bene: in un paese dove si muore sotto le macerie dei palazzi costruiti da speculatori senza scrupoli, dove i prefetti versano rifiuti tossici in mare, dove si muore lavorando per 4 euro l’ora in nero, i giudici puniscono la ribellione di massa alle selvagge cariche della polizia in p.za San Giovanni con una spropositata pena detentiva, alla pari di una condanna per omicidio. Poco importa se l’impianto accusatorio appare debolissimo, così come gli indizi a carico dei singoli denunciati; la giurisprudenza non c’entra nulla: lo scopo è quello di spaventare chiunque nei prossimi mesi vorrà di nuovo scendere in piazza per opporsi alle condizioni di sfruttamento che governanti, banche e padroni ci stanno imponendo. é questo che sta pagando chi si trova ai domiciliari o in carcere (Giovanni e Carlo) da oltre un mese.

Per non lasciare che questa la repressione agisca nel silenzio, invitiamo tutte e tutti ad essere presenti a piazzale Clodio il 5 dicembre h 10, giorno in cui si terrà l’udienza del processo contro tre delle/degli arrestate/i del 15 Ottobre: Ilaria, Robert e Stefano.

Lo stato chiama la propria violenza giustizia e quella di chi gli resiste crimine.

Le Compagne e i Compagni di Roma

15 ottobre: aggiornamento circa le operazioni repressive

28-Nov-11

15 ottobre

L’inaugurazione delle tarantelle repressive la subiscono complessivamente 17 manifestanti, numero noto intorno alle 22. Via Genova, intorno alle 23, apre le porte solo a cinque di loro poiché minorenni; comincia per i dodici in stato di fermo il primo fine settimana da passare con l’incarnazione più sincera dell’infame anima statale: i secondini.

17 ottobre

Aprono la settimana all’alba di lunedì, 67 perquisizioni, tutte con esito negativo: Roma 6, Cosenza 8, Palermo 4,Firenze 14, Senigallia 2, Napoli 10 ,Teramo 7, Milano 6 , Padova 6,  Livorno 2,Lecce 2. I controlli avvengono in base all’articolo 41 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza, secondo il quale: “gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che abbiano notizia, anche per indizio, della esistenza, in qualsiasi luogo pubblico o privato, o in private abitazioni, di armi, munizioni o materiali esplodenti, non denunciate o non consegnate, o comunque abusivamente detenute, procedono immediatamente a perquisizione e sequestro”. Tutto ciò con il plauso di istituzioni, intellettuali di regime e politici ben pensanti che trasversalmente attraversano l’opinione pubblica la cui scelta di dove possa risiedere la verità l’ha già delegata ai giornali ed alle tv. L’invito alla delazione è raccolto caldamente; non ce n’è da stupirsi, dato che l’avanguardia di tale spiccata sensibilità si modella già all’interno del corteo. Inoltre, si parla di ripristinare la legge Reale, che ha permesso non poche morti “comode”, di divieto di manifestare per un mese e di applicazione del daspo per le manifestazioni, oltre che per il calcio. Tra le tante affermazioni intimidatorie, il ministro dell’interno dichiara che il ragazzo rumeno arrestato sarà oggetto di foglio di via dall’Italia; azione non possibile oltre che intimidazione spregevole.

19 ottobre

Il gip Elvira Tamburelli ascolta, presso l’accogliente atmosfera del carcere di Regina Coeli, i fermati per i quali la procura ha chiesto la convalida e la conferma delle custodie in carcere con l’accusa di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Il bilancio é : nove rimangono in carcere , due agli arresti domiciliari, uno libero. Un nuovo arresto; viene prelevato dai carabinieri di un paesino in provincia di Viterbo uno dei protagonisti del “book fotografico” che i media di massa presentano sia a livello cartaceo che multimediale: colui che lancia l’estintore.

22 ottobre

Con l’unica prova di una chiamata in cui si fa riferimento alla camionetta in fiamme, finisce in carcere a Chieti un attivista, il quale inizia subito lo sciopero della fame. Nei giorni successivi all’arresto, i media di massa millantano prove video in cui materialmente l’imputato avrebbe contribuito a dar fuoco alla camionetta. Tutto completamente falso, ma mai rettificato.

27 ottobre

I 5 minorenni, fermati il 15 ottobre e poi rilasciati, vanno agli arresti domiciliari. Per loro l’accusa è di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, nonché danneggiamento seguito da incendio.

28 ottobre

La delazione dà i suoi frutti più maturi. Viene fermato uno studente di Pisa, dopo che qualcuno l’ha riconosciuto su una foto pubblicata dal sito internet di repubblica. Il solerte lettore ha così segnalato il ragazzo ai carabinieri. La mattina seguente, ovviamente, verrà convalidato il fermo, come avvenuto per tutti quelli precedenti.

2 novembre

Si pronuncia il Tribunale del Riesame di Roma circa coloro che hanno messo per primi piede in carcere: uno vi rimane, sette vanno agli arresti domiciliari e due con obbligo di firma. Il reato ipotizzato per i 10 manifestanti è quello di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.

11 novembre

Esce dal carcere, senza alcuna misura cautelare, il “ragazzo dell’estintore”.

16 novembre

E’ libero, finalmente, l’attivista di Chieti che per tutta la durata della detenzione è stato in sciopero della fame e della sete. Per lui nessuna misura cautelare, a riprova della tesi completamente montata dai media di massa circa presunti filmati che lo incriminavano.

17 novembre

Il tribunale di Roma infligge la prima condanna per gli arrestati e le arrestate a Roma il 15 ottobre scorso. La X sezione penale condanna, con il rito abbreviato, Giovanni , l’unico manifestante ancora detenuto in carcere, a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Il tribunale ha, inoltre, disposto il risarcimento dei danni da liquidare alle parte civili, il Comune di Roma e l’Ama, in separata sede. Giovanni è stato condannato con l’accusa di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Il pm aveva chiesto una condanna a quattro anni. Al momento della lettura della sentenza Giovanni non ha proferito parola incassando la condanna e mostrando la dovuta superiorità alla servitù che l’ha emessa. Per lui, inoltre, la Procura ha chiesto ed ottenuto dal tribunale la trasmissione del fascicolo in quanto si sta indagando anche per il reato di devastazione.

Il processo contro Ilaria, Robert e Stefano avrà luogo il 5 dicembre.

 

Per scrivere a chi è ancora in carcere:

Giovanni Caputi c/o Casa Circondariale REGINA COELI via della Lungara, 29 00165 Roma

Carlo Seppia Casa circondariale Don Bosco Via Don Bosco 43 (56100 – Pisa)

 

Il 6 novembre si incontrano tante realtà, confluendo comunemente al rifiuto della logica del capro espiatorio alla base del sistema penale e della dicotomia buoni/cattivi con la quale si è voluto criminalizzare da più parti la piazza del 15 ottobre. In questa direzione, decidono di impegnarsi collettivamente perché nessuno rimanga solo a fare i conti con procure e commissariati. Nasce, quindi, una rete di solidarietà con:

– cassa per le spese legali

(c\c di Radio Onda Rossa: conto corrente postale CCP n. 61804001 intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001, Via dei Volsci 56 – 00185 Roma. Causale: “15 ottobre”; effettuando un bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001 Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001 Causale: “15 ottobre”),

– attivazione di una mailing list per coordinarsi

( https://www.autistici.org/mailman/listinfo/liberta15ott ),

– un blog per aggiornare le informazioni sui processi e comunicare le varie iniziative

(http://liberatutto.noblogs.org/).

 

  • Per quanto riguarda le perquisizioni ci sono state anche a Teramo:
    http://abruzzo.indymedia.org/article/9076

    Operazione congiunta di polizia e carabinieri

    Lunedì mattina dalle 6 e 30 in poi digos e carabinieri hanno eseguito 6 perquisizioni a carico di 7 compagni anarchici, sulla costa teramana e nell’entroterra. Le perquisizioni sono state eseguite con il 41 t.u.l.p.s. E’ stato sequestrato materiale cartaceo e sono state fatte fotografie agli indumenti.

in continuo aggiornamento da: https://roma.indymedia.org/articolo/38942/aggiornamento-delle-operazioni-repressive-circa-il-15-ottobre

FESTAUT TUTT* LIBER*

27-Nov-11

Serata a sostegno delle spese legali per gli/le arrestat* del 15 ottobre

FESTA DEI COLLETTIVI AUTORGANIZZATI DELLA SAPIENZA

GIOVEDI’ 1 DICEMBRE

DALLE ORE 23 PRESSO IL “CIAO” DE LA SAPIENZA

(CITTA’ UNIVERSITARIA)

SERATA A SOSTEGNO DELLE SPESE LEGALI DEI/DELLE ARRESTATI/ARRESTATE DEL 15 OTTOBRE

A PARTIRE DALLE 23

REGGAE, TRASH ELECTRO MINIMAL CON DJ WALLACE

DRUM AND BASS, TECHNO! CON DJ DOST

GIOVANNI LIBERO, TUTTE E TUTTI LIBERE E LIBERI!

COLLETTIVI AUTORGANIZZATI DELLA SAPIENZA

C. A. G.  Collettivo Autorganizzato di Giurisprudenza

cag@autistici.org

Nice one!

25-Nov-11

Sulle 26 denunce per i fatti del 14 dicembre 2010

25-Nov-11

Vogliamo dichiarare la nostra vicinanza ai 26 denunciati per i fatti del 14 dicembre 2010.
A quasi un anno di distanza la magistratura e le forze dell’ordine hanno deciso evidentemente di dare un segnale ai movimenti sociali, oggi che il profondo discredito per il governo dei palazzi e delle borse, si traduce sempre più frequentemente in presa di parola diretta di quanti, precar* e indignat*, riscoprono la forza del fare comune e della condivisione.
Barcellona, New York, Oakland, entrambe le rive del Mediterraneo: siamo davanti ad un eccezionale momento di critica radicale allo stato di cose presenti. Non può sfuggire la prossimità temporale delle denuncie ai fatti del 15 ottobre: una nuova fiammata di rabbia, in un paese che sembrava ormai condannato ad una docile apatia, schiacciato tra cultura massmediatica, frammentazione sociale e precarietà.
Viene spontaneo domandarsi se dietro a questa operazione di polizia non ci sia il tentativo tutto politico di mettere in difficoltà attivisti, in alcuni casi ben
noti per il loro impegno costante e alla luce del sole, criminalizzando con loro l’intera piazza che quel 14 dicembre 2010 diede vita ad una delle più belle giornate di lotta degli ultimi decenni. All’apice di un autunno di lotte studentesche, e all’alba del movimento che ancora oggi in Italia, mette in discussione il sistema della rappresentanza, vuota e completamente asservita alla finanza e agli interessi del grande capitale, ci trovammo a migliaia a bussare prepotentemente ai palazzi del potere.
Viene altrettanto spontaneo domandarsi se quello che è stato contestato ai 26, (danneggiamento, incendio…) non rappresenti nient’altro che uno
spauracchio per quanti, il 15 ottobre, hanno animato la resistenza di Piazza S.Giovanni contro i funzionari di un potere a cui non rimane che lo strumento dell’intimidazione fisica e giudiziaria.
Oggi, mentre scriviamo queste righe, veniamo a conoscenza dell’assoluzione definitiva per l’ex capo della polizia Gianni de Gennaro e l’ex capo
della digos genovese Spartaco Mortola, per i depistaggi nelle inchieste sul G8 del 2001. Il potere ha la memoria lunga, e lo dimostra anche prendendosi cura dei suoi fedelissimi.
Ma noi continuiamo per la nostra strada: a polizia e tribunali l’intimidazione? Ai precari la vendetta!

Laboratorio Acrobax

Piazza Tahrir

23-Nov-11

 

 

 

 

G8, falsa testimonianza sulla Diaz – La Cassazione assolve De Gennaro e Mortola

22-Nov-11

La Cassazione assolve De Gennaro e Mortola “Ristabilita la verità”, commenta il numero uno dei servizi segreti. Con l’ex capo della Digos di Genova era accusato di aver pilotato la testimonianza dell’ex questore Colucci al processo per la sanguinosa irruzione nella scuola, avvenuta la notte del 21 luglio 2001. Il sostituto pg Iacoviello: “Reato difficile da provare”. Le parti civili: “Scelta surreale”

 

Gianni De Gennaro Assolto perché “il fatto non sussiste”. Così la Corte di cassazione mette la parola fine al coinvolgimento di Gianni De Gennaro nelle vicende giudiziarie relative al G8 di Genova. Il numero uno dei servizi segreti italiani, capo della polizia all’epoca dei fatti, era accusato di istigazione alla falsa testimonianza. Assolto con lui Spartaco Mortola, già capo della Digos di Genova, attualmente capo della Polizia ferroviaria di Torino.

La VI sezione penale della Corte, presieduta da Adolfo Di Virginio, ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 17 giugno 2010 che aveva condannato De Gennaro a un anno e quattro mesi di reclusione e Mortola a un anno e due mesi. I due erano stati invece assolti in primo grado. L’accusa era quella di aver istigato l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a ritrattare la sua testimonianza al processo sulla sanguinosa irruzione della polizia alla scuola Diaz-Pertini, avvenuta la sera del 21 luglio 2001. Colucci sta affrontando un processo separato, con rito ordinario, per questa stessa vicenda.

Al processo Diaz De Gennaro non era imputato, ma secondo la Procura del capoluogo ligure aveva fatto pressioni su Colucci perché minimizzasse il suo coinvolgimento nell’organizzazione e nella catena di comando della perquisizione conclusa con sessanta manifestanti feriti su 93 arrestati.

“La Cassazione ha finalmente ristabilito la verità, confermando quanto avevano già stabilito i giudici in primo grado che mi avevano assolto”, ha commentato De Gennaro, che oggi dirige il Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Soddisfatto anche il suo legale Franco Coppi: “Anche se si ragionava nell’ambito di una vicenda che ha avuto esiti drammatici, la causa in questione era in realtà molto banale, perché doveva soltanto discutere di un ordine impartito a un addetto stampa (Roberto Sgalla, allora portavoce della Polizia di Stato, ndr). Finalmente la Cassazione ha ripristinato la verità”.

L’assoluzione per entrambi gli imputati era stata chiesta anche dall’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Francesco Iacoviello. La sentenza di condanna inflitta in appello, ha affermato Iacoviello durante la requisitoria, “fa numerosi salti di corsia logica e non spiega per quale motivo sia rilevante la falsa testimonianza di De Gennaro ai fini di sviare il convincimento dei giudici. E nel caso di Mortola poi, la sentenza di condanna non descrive nemmeno quale è stata la condotta materiale contestata all’imputato”.

Numerose telefonate intercettate provano i contatti tra Mortola e Colucci per discutere della testimonianza di quest’ultimo al processo Diaz, e Colucci stesso faceva riferimento esplicito a diverse conversazioni con “il Capo”, cioè De Gennaro. Ma, ha osservato il sostituto pg, “quando si passa dalla violenza o minaccia all’induzione la prova è difficile, la condotta criminosa a livello di prova si sfuma, poiché si ha a che fare con l’autodeterminazione di una persona. La sentenza di condanna dice che poiché non era giusto che avessero contatti fra di loro perché riprovevole, ciò diventa la prova del reato. E questo è inaccettabile”.

Iacoviello ha sottolineato di non volersi “occupare del fatto in sè: a Genova stava succedendo il finimondo, c’erano stati pestaggi, c’era stata la morte di Carlo Giuliani mentre noi ci stiamo occupando solo di capire chi ha chiamato l’addetto stampa Sgalla”. Era questo uno dei punti contestati della deposizione di Colucci al processo Diaz, perché indicatore della consapevolezza di De Gennaro riguardo all’operazione che si stava organizzando a Genova.

Di parere opposto l’avvocato di parte civile Laura Tartarini, che ha definito la richiesta di assoluzione “abbastanza surreale. Evidentemente non sono stati letti gli atti del procedimento. Se li avessero letti, e avessero visto anche le intercettazioni, non sarebbero arrivato a una richiesta del genere”. E il collega Emanuele Tambuscio ha aggiunto: “E’ inopportuno che si arrivi a un processo in Cassazione con funzionari di così alto grado ancora in carica. Avrebbero dovuto essere sospesi”.

Da registrare l’intervento di Enrico Zucca, procuratore generale della corte d’appello di Genova, già titolare dell’inchiesta Diaz e del filone sulla falsa testimonianza, che ha criticato la requisitoria di Iacoviello: ”Il procuratore generale della Cassazione è andato oltre le sentenze di primo e secondo grado. Sul tema della rilevanza della falsa testimonianza di De Gennaro, i giudici di Genova erano stati concordi in entrambi i gradi di giudizio. Evidentemente il pg ha scoperto cose che gli altri giudici non avevano visto”. Ma alla lettura della sentenza si è limitato a dire: “La Cassazione pronuncia sentenze definitive e dunque giuste. E anche questa è una sentenza giusta. Per il resto non ho nulla da dire”.

Quello contro De Gennaro e Mortola è il primo a chiudersi fra i processi più importanti scaturiti dal G8 di Genova. Dieci anni dopo gli eventi, sono fermi al verdetto d’appello il procedimento contro i manifestanti per le violenze di piazza e quelli relativi agli abusi della polizia nella caserma di Bolzaneto e alla scuola Diaz. Su quest’ultimo, che vede condannati in appello diversi alti dirigenti di pubblica sicurezza, incombe la prescrizione per un insolito ritardo nel passaggio degli atti dalla Corte d’appello di Genova alla Corte di Cassazione.

da: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/22/falsa-testimonianza-sulla-diaz-cassazione-assolve-gennaro-mortola/172428/

28 NOVEMBRE, INAUGURAZIONE DELL’ALA TAV DELLA STAZIONE TIBURTINA.

22-Nov-11

28 NOVEMBRE, INAUGURAZIONE DELL’ALA TAV DELLA STAZIONE TIBURTINA.

Se è la velocità che cercate, è velocemente che saremo sempre pronti a dar risposta

 

Il TAV è ovunque e ci riguarda direttamente.

Il 28 Novembre verrà inaugurata l’ala TAV della stazione Tiburtina, progetto partito da quando il sindaco di Roma era ancora Walter Veltroni. Una speculazione che riempie le tasche dei soliti noti: Montezomolo, Della Valle, Intesa-San Paolo e il gruppo Ferrovie dello Stato, solo per dirne alcuni. “Ma sull’importanza di quest’opera nessuno ha dubbi”, blaterano giornali e partiti.

Il TAV è ovunque e non si tratta solo di un treno.

Dal nord al sud Italia, ma anche nel resto dell’Europa, interi territori sono stati devastati dalle linee ferroviarie destinate all’alta velocità. Sulle vite delle persone si fanno pagare i veleni e le nocività che questo progetto porta con sè. I profitti da garantire alle grandi imprese e gli interessi politici nel tutelarli rivelano l’altra faccia dell’esclusione e dell’oppressione. Quanto costa prendere un TAV? Quanti possono permetterselo? Quanti treni accessibili a tutti concellati o soppressi? Quanti operai morti nei cantieri dell’alta velocità? Quante terre espropriate, distrutte ed inquinate? Quanta gente ha perso la casa, quanta gente è stata ricattata dallo Stato affinchè partissero i cantieri di una linea ad alta velocità? Ma soprattutto, a chi giova parlare di sviluppo e progresso? E chi ci guadagna nel far girare sempre più velocemente questo mondo?

Il TAV è ovunque e dietro questo progetto c’è un modello di vita che vuole essere imposto.

Il TAV è ovunque, lottiamo ovunque contro il TAV.

A tutti i solidali con la lotta NO TAV, a tutti coloro che vogliono combattere le nocività e il potere che le impone, a tutti coloro che aspirano a un mondo libero da oppressione e sfruttamento, diamo appuntamento

LUNEDÌ 28 NOVEMBRE

ore 8:30

UNIVERSITÀ “LA SAPIENZA”

(zona statua della minerva)

Con Sole e Baleno nel cuore,

a cui stato e Tav hanno tolto la vita.

Assemblea “NoTav Ovunque”

Complicità. Affinità. Unicità.

22-Nov-11

(A Giovanni e ai compagni arrestati il 15 ottobre)

Tre anni e quattro mesi. Treanniequattromesi!
La decima sezione del Tribunale penale di Roma ha deciso.
Giovanni Caputi, che secondo i pisciatori di inchiostro nostrani – nipoti putativi di Montanelli – di professione fa il Black bloc (e cioè, letteralmente: fa il Blocco Nero), è stato condannato per gli scontri di piazza San Giovanni del 15 ottobre scorso. Che poi sarebbe quella volta che una minoranza di qualche migliaio di individui le ha suonate alle forze dell’ordine le quali, prese dalla corsa, nella fretta, hanno dimenticato un blindato. Che tanto blindato, dinanzi alle fiamme, non è stato. Treanniequattromesi!

Resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Più uno sproposito in risarcimento danni, la negazione dei domiciliari e la promessa che non è finita qua. La procura ha infatti garantito che procederà pure per devastazione. Una sentenza esemplare, hanno commentato i dotti, i medici e i sapienti. Affannati a trovarsi un posto nella maggioranza di un governo imposto dalla Banca Centrale Europea e infinitamente disinteressati alla sorte del Diritto. In un paese sempre in balia delle emergenze. La vita è fatta di priorità.

Così nessun Travaglio, nessun Gomez, nessun Flores d’Arcais.
Nessun brillante editorialista del Fatto quotidiano, nessun fattone del Manifesto.
Nessuno tra quelli che non dormono per la scandalosa repressione in Tibet, in Birmania, nel Laos. E nessuno neppure tra quelli che trovano fisicamente dolorosa l’immagine di una vetrina in decomposizione. Il gesso della madonnina di Lourdes è stato ripagato con la carne viva di un ragazzo. E la sinistra dei tribunali non ci ha trovato nulla di scandaloso. Anzi, ha sorvolato compiaciuta.

Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri nella vita non fanno i Blocchi Neri. Fanno i posti di blocco. Nella civile e omertosa Ferrara, in una notte di settembre, si misero d’impegno per pestare a morte un ragazzino. Tronfi della divisa, protetti da un anonimato vigliacco, (loro, che accusano il Black bloc di coprirsi!), hanno concluso il lavoretto e sono tornati a fare i Bambi. Gli umili servitori delle istituzioni. Sei anni d’infamie, depistaggi e minacce. Poi la sentenza: tre anni e sei mesi. Treannieseimesi!

Due mesi più di Giovanni Caputi.
Due mesi. La distanza che intercorre tra un sampietrino e la vita di un ragazzo.
Senza contare l’assoluzione di Placanica, i 9 anni per lo sceriffo di Badia al Pino.
Senza contare gli assassini anonimi di Cucchi, Bianzino, Lonzi. E di tutti gli altri, schiacciati sul muro di gomma del nostro sistema carcerario.

Ora, l’avvocato di Giovanni ricorrerà in appello, chiederà i domiciliari. Magari dirà che Giovanni è un bravo ragazzo (e certamente lo è), che era lì per sbaglio, che non ha fatto niente. E andrà bene, più che bene. Perché non si può chiedere a un ragazzo di 22 anni di trasformarsi in Bobby Sands e di marcire in galera, soddisfacendo la sadica volontà di vendetta di uno Stato delegittimato.

Il problema non sarà questo. E riguarderà solo in parte il processo. Il suo e quello degli altri undici compagni arrestati in quel giorno meraviglioso di fuoco e rivolta. Processi, sia chiaro, su cui pure andranno accesi i fari.

Il problema è il nostro. L’isolamento, la delegittimazione, la delazione. Tutto quello che ci circonda. Tutto ciò da cui bisogna separarsi, una volta per tutte. L’abbiamo dimostrato in piazza: chi si somiglia, si piglia. Siamo affini, ci annusiamo come i lupi, muoviamo all’attacco e difendiamo come un unico, immenso collettivo senza sigle. Il resto non ci serve. Davvero, non ci serve. Le gabbie metropolitane, le nicchie in cui vorrebbero costringerci – con l’infamità e le chiacchiere sulla non-violenza – dovranno diventare un nostro punto di forza. Il punto di forza. Perché solo il nostro comportamento, la nostra etica, potranno comunicare la rabbia che viviamo ad un popolo di indecisi e di timorosi. Senza metterci a giocare alla politica a basso costo. Partire da questo: noi non lasciamo i compagni nelle mani dello Stato. Bisognerà scriverlo sui muri, a lettere maiuscole. Farlo comprendere. La nostra solidarietà è difesa di noi stessi, delle nostre vite in gioco, della nostra attitudine a sudarcela. Non il blando esercizio della compassione a comando. Non muta testimonianza.

Giovanni deve tornare in libertà. Perché è uno di noi. E tanto basta. E sulla faccia idiota e criminale del potere, dei poteri, bisognerà sbattere una verità: siamo pronti a ripagarvi dell’odio, della rabbia, della violenza che avete iniettato nelle nostre esistenze. Per quanti anni di galera vorrete comminare, il vostro sarà uno sforzo inutile.

da: http://jacobfoggia.tumblr.com/post/13083506775/complicita-affinita-unicita