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All’alba della mattina del 26 gennaio, 52 persone solidali alla lotta NO TAV Torino-Lione sono state svegliate dall’arroganza delle forze dell’ordine. Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla questura di Torino sono state effettuate in tutta Italia molte perquisizioni che hanno portato a 26 arresti e 16 denunce a piede libero per le mobilitazioni contro la costruzione della linea ad alta velocità in Val di Susa. I fermati sono accusati di aver preso parte alla grande manifestazione del 3 luglio scorso, quando più di 70.000 persone hanno assediato il “fortino militare” di Chiomonte in Val di Susa, dove dovrebbe sorgere il cantiere per lo scavo di un tunnel di più di 50 km.
Come movimento che si batte contro le nocività, contro le discariche e gli inceneritori nel Lazio, esprimiamo la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e tutta la nostra complicità a coloro che sono stati/e arrestati/e o denunciati/e solo per aver difeso la Val di Susa dalla speculazione e per aver resistito all’occupazione militare da parte dello Stato. Noi ci troviamo nel Lazio ed è nel Lazio che lottiamo contro la speculazione e l’aggressione ai territori che qui, prima di tutto, si traduce in discariche e inceneritori. Se fossimo in Val di Susa avremmo lottato anche noi contro il TAV. Ma nonostante le distanze non vediamo differenza tra la nostra lotta e quella dei valsusini: sono entrambe lotte contro il capitalismo che non riuscendo più a creare profitto con la produzione di beni, aggredisce i territori e le popolazioni che li abitano, cementando per continuare a crescere; le nostre sono, quindi, entrambe lotte per la difesa dei territori e per l’autodeterminazione di chi li vive.
Proprio per questo anni fa, durante le iniziative o i campeggi NO TAV, ma più recentemente anche durante l’esperienza della Libera Repubblica della Maddalena, durante il 3 luglio, eravamo anche noi in Val di Susa a lottare al fianco dei valsusini, ad innalzare barricate o a respirare con loro aria di montagna mista a lacrimogeni. Le bandiere NO INC sventolavano al fianco di quelle NO TAV. Perché crediamo in questa lotta e crediamo che sia anche la NOSTRA lotta.Anche noi, ad Albano, a Roncigliano, SIAMO CONTRO IL TAV!
E’ questo che i politici, la sbirraglia fatta da PM o uomini in divisa, il Procuratore Capo di Torino Caselli non riescono o non vogliono capire. Si sono precipitati ad evidenziare che solo 3 delle persone arrestate sono della Val di Susa, mentre i restanti sono “estremisti facinorosi” che provengono da altre parti d’Italia, “la distantissima” Torino prima di tutte. Quello che non capiscono questi soggetti corrotti, forse perché troppo attenti al loro conto in banca individuale, è che, dopo vent’anni di lotte, la resistenza e la contrarietà al TAV è una RESISTENZA collettiva e diffusa su tutto lo stivale!!Continueranno ad affluire persone da tutta Italia per difendere quella valle dalla distruzione operata dal capitalismo, dai politici e dagli speculatori e in tutta italia si moltiplicheranno iniziative di solidarietà.
I politici di ogni colore plaudono alle operazioni poliziesche, perché ogni partito ha garantita una fetta di quella torta da 22 miliardi di euro che è la linea ad alta velocità. Purtroppo qualcuno osa di più ed invoca la chiusura della radio “Black Out” di Torino, primo megafono della lotta contro il TAV. Per questo esprimiamo la nostra solidarietà anche a tutti i redattori e le redattrici di Black Out che con impegno impagabile fanno un’informazione diversa da quella corrotta e servile di molti media main stream, come La Repubblica o La Stampa su tutte che continuano a pubblicare, non articoli, ma veline della questura.
CONTRO IL TAV, LE DISCARICHE E GLI INCENERITORI
Contro ogni opera inutile costruita solo per speculare!
PER L’AUTODETERMINAZIONE DEI NOSTRI TERRITORI!
TUTTE E TUTTI LIBERE/I !!
Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
Rovereto – Sabato 11 Febbraio – Corteo
29-Gen-12PD PDL vogliono chiudere radio blackout
27-Gen-12Retata anti No Tav: PD, PDL e Lega entusiasti
Pd, Pdl e Lega plaudono le forze dell’ordine e chiedono chi la chiusura dei centri sociali, chi lo sfratto dell’emittente Radio Blackout, chi il divieto della manifestazione No Tav convocata sabato a Torino
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Le agenzie non fanno a tempo a riportare una dichiarazione di giubilo di qualche esponente politico per gli arresti di stanotte contro i No Tav che già ne arriva un’altra. E’ una corsa a chi è più soddisfatto o a chi chiede di più. Più repressione.
Agostino Ghiglia, vicecoordinatore del PdL in Piemonte, chiede che «non sia consentita la manifestazione No Tav di sabato prossimo per le vie di Torino». Ghiglia esprime «piena soddisfazione per la vasta operazione attuata oggi dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura» e invoca «tolleranza zero contro questi soggetti violenti, organizzati come una falange militare, responsabili degli innumerevoli attacchi alle forze dell’ordine e ai lavoratori impegnati nei cantieri e degli ingenti danni recati alla Valle di Susa e alla sua economia». Per Ghiglia gli arresti «stanno dimostrando la pericolosità e la natura violenta dei centri sociali torinesi, così come di Radio Blackout fomentatrice di rivolte, che noi sosteniamo e denunciamo da anni chiedendo lo sgombero e la chiusura degli stabili occupati».
Anche Maurizio Marrone, coordinatore vicario del Pdl torinese e consigliere comunale chiede ad esempio la chiusura di Radio Blackout: “l’ondata di arresti che ha colpito gli elementi anarco-insurrezionalisti del movimento No Tav ha portato in galera e sul banco degli imputati la quasi totalità del comitato di redazione di Radio Blackout, l’emittente dei centri sociali a cui il Comune di Torino concede i locali con affitto agevolato”. “Il Pd – aggiunge Marrone – sa benissimo che la radio è il braccio mediatico e logistico delle violenze portate avanti in questi anni dagli antagonisti torinesi. Dopo questi arresti che provano un coinvolgimento diretto dei redattori negli scontri con la Polizia non ci sono più scuse: o termina l’ospitalità del Comune di Torino o questa Giunta diventa apertamente connivente con i crimini di questi delinquenti». Marrone anticipa che chiederà «comunicazioni urgenti del sindaco Piero Fassino nel prossimo Consiglio comunale per sapere se intende prendere provvedimenti».
Il PD non è da meno. Per il segretario regionale del Pd del Piemonte, Gianfranco Morgando, e il Presidente regionale del partito, Andrea Giorgis, «oramai solo qualche irresponsabile invasato può negare il fatto che il movimento di opposizione alla Torino-Lione è diventato ostaggio di un gruppo ristretto di persone violente e fanatiche che la Valle e quei comitati No Tav che si definiscono pacifici non hanno mai saputo o voluto isolare». «I nomi delle persone fermate – sottolineano Morgando e Giorgis – dimostrano come non siamo in presenza di pacifici valligiani contrari alla Tav, ma di professionisti dell’antagonismo e della guerriglia urbana. E neppure stupisce – aggiungono – la presenza di personaggi dal passato terroristico e brigatista.» I fatti contestati – continuano Morgando e Giorgis – sono di estrema gravità e nessun tipo di giustificazione può essere ammessa da parte di chi crede nella legalità e nelle istituzioni. Dai commenti all’operazione di oggi – concludono i due leader del Pd congratulandosi con Procura e forze dell’ordine – risulterà evidente se questi principi sono da tutti condivisi, oppure se qualcuno ha deciso di porsi fuori dalla legge e dallo Stato avallando con parole e comportamenti azioni sovversive e violente”
Per il pasdaran della Tav Stefano Esposito (sempre PD), «l’eccellente operazione di oggi all’alba, compiuta dalle forze dell’ordine ha fatto cadere il castello di menzogne e ipocrisie attraverso le quali i No Tav hanno voluto accreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica come un movimento di non violenti in lotta per la salvaguardia dell’ambiente incontaminato della loro Valle contro le mire conquistatrici del capitale globale». «Il pedigree degli arrestati è molto preciso – dice Esposito – tutti bravi ragazzi con il vizietto del ‘tiro al poliziottò. L’operazione rende giustizia alle centinaia di agenti feriti sul lavoro, ma anche a chi, come me, per mesi ha denunciato il rischio di deriva para terroristica dei No Tav». «Per mesi – conclude Esposito – si è tollerato che venisse autoproclamata una Repubblica autonoma, che il cantiere presidiato dalle forze dell’ordine venisse settimanalmente assaltato. Ora, finalmente, lo Stato ha risposto forte e chiaro»
Di fronte a tanta brama di repressione la secca dichiarazione del leghista Cota sembra quella più sobria: «Esprimo il sincero apprezzamento alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’azione a difesa della legalità sulla vicenda Tav». Cosi il presidente della Regione Piemonte, Roberti Cota che aggiunge: «rilevo come ancora una volta la difesa della Val di Susa sia soltanto uno specchietto per le allodole architettato da chi ha altri obbiettivi, in particolare quello della violenza e dello scontro permanente».
E’ il momento di attivarti: diffondi questo articolo!
Solidali e NO TAV, da Roma
27-Gen-12Nel pomeriggio del 26 Gennaio, in seguito alla notizia dell’operazione repressiva che ha portato all’arresto di 26 attivisti/e No Tav, a diverse denuncie e misure restrittive, oltre alla perquisizione di alcune occupazioni libertarie di Torino e dintorni, un corteo spontaneo composto da un centinaio di persone ha attraversato le strade del centro di Roma per esprimere solidarietà con chi è stato colpito dalla repressione: una prima e necessaria risposta, che parla di sincera complicità e calorosa vicinanza con la Val di Susa e tutti/e coloro che si oppongono da anni al progetto Tav.
Un messaggio, tra i tanti espressi in tutta Italia, portato in strada per ribadire che la Val di Susa non si tocca e che il vero terrorista è lo Stato, che, di fronte alla tenace resistenza No Tav, sguinzaglia i propri cani da guardia per tutelare gli interessi politici e i profitti di costruttori e speculatori.
Abbiamo tenuto ben saldo uno striscione che recitava “LA LOTTA NON SI ARRESTA, ORA E SEMPRE NO TAV”, abbiamo sventolato le bandiere No Tav, mentre incessanti cori hanno rotto il silenzio e la quotidiana routine del traffico cittadino. Abbiamo camminato per le vie della città a testa alta, mentre in molti dai palazzi si sono affacciati al suono delle voci che si alzavano dal corteo.
Oggi non c’era niente da aspettare.
Ancora una vota: quei sentieri di montagna li abbiamo percorsi tutti/e noi, quelle reti le abbiamo assediate tutti/e insieme.
Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, perché il mondo per cui lottiamo è un mondo che vogliamo libero da ogni nocività. A loro, politici, speculatori ed aguzzini, le macerie di ciò che vogliamo abbattere.
Solidali e NO TAV, da Roma
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Venerdì 27 Gennaio h 17 Assemblea a Fisica per continuare…
“Siamo in ogni luogo, e dapertutto ammiriamo i prodigi della libertà. Vengano ancor oggi e vedranno.” 1849
Un’improvvisazione narrativa #notav #liberitutti
Passarono i villaggi a rastrello una notte d’inverno riempirono di corpi le patrie gattabuie poi ne presero tre a casaccio che grande idea tre a casaccio tra i meno fotogenici li strascicarono in piazza coi ferri ai polsi e alle caviglie li ostentarono su un palco appesi alla loro insonnia come trofei di pesca la più grande tinca del lago Bajkal il più grande pesce gatto della Baja California e declamarono: Questi sono i capi della protesta ecco che fine fanno i leader del terrore alla legge non si sfugge non sperate di ordire trame
Risposero duemilatrecentododici lampi di fotocamere scodinzolanti quattordicimila furbofoni pregiudizianti eserciti di dita deferenti su piccole tastiere pronte alla bisogna predisposte alla gogna cori di vocette negli auricolari e applausi comprati con soldi pubblici si chiama peculato tra calci e strattoni i birri coprirono di merda i malcapitati non merda metaforica merda calda di maiale merda prelevata il mattino stesso nell’azienda agricola più amica del regime merda nemmeno buona come concime e i birri ridevano forte ah! ah! ah! additando i malcapitati presunti leader del terrore rei fino a prova contraria
Ma la piazza non rispose come sperato tante voci perforarono la coltre sfilacciata del consenso pronto-a-portare ciascuno gridò: Malcapitati lo siamo tutti chi più chi meno e se la notte scorsa la mia casa ha evitato il rastrello è stato per botta di culo lassù potrei esserci io e la merda non spaventa chi ci finirà comunque
La folla dei ciascuno del siamo tutti malcapitati venne avanti spazzò via furbofonanti e fotocamerieri travolse il palco spezzò i ferri confiscò i trofei mai più vanterie di stato sulla più grande carpa d’Occitania o il più grande salmone beccato mentre risaliva la corrente col tritolo nel portabagagli la folla dei ciascuno non fece caso alla merda si mise in spalla i tre calpestò i birri sotto le scarpe rise di cuore matto che ti vuole bene e gridò: Libere tutte liberi tutti non si può sbattere una valle in gattabuia
Non ce l’ho una bella conclusione purtroppo non finisce qui non finisce così non esiste la volta per tutte ma se ogni volta spiegheremo che trofeo di pesca può diventare chiunque forse
dico forse
sarà più difficile
almeno un poco più difficile
coprire di merda su patiboli mediatici
i rei fino a prova contraria
Solidarietà – Contatti No Tav Arrestati
27-Gen-12In seguito all’operazione repressiva contro la resistenza No Tav, messa in atto in tutta Italia all’alba del 26 gennaio, sono stati arrestati diversi amici, amiche, compagni, compagne e attivisti. Gli arresti sono stati convalidati prima dell’esecuzione e si attende il riesame nelle prossime settimane.
Quanto segue è un elenco dei nomi e dei contatti (in nostro possesso) per scrivere e comunicare la propria solidarietà con gli arrestati; chiunque avesse maggiori informazioni o correzioni può comunicarle alla mail informa-a@autistici.org:
TORINO – Carcere Lorusso Cotugno – via Pianezza 300 – 10151 Torino
Gabriela Avossa
Matteo Grieco
Giorgio Rossetto
Giuseppe Conversano
Jacopo Bindi
Luca Cientanni
Tobia Imperato
Federico Guido
Michele Del Sordo
Mario Nucera
Guido Fissore
Maja è stata trasferita ai domiciliari
Fabrizio Maniero (irreperibile)
MILANO – Carcere San Vittore – Piazza Filangeri – 20123 Milano
Maurizio Ferrari
Niccolò Garufi
Kalisa Lorenzo Minani
Marcelo Damian Jara Marin
Filippo Marco Baldini (irreperibile)
ROVERETO – Casa Circondariale – Via Prati 4 – 38068 Rovereto
Juan Antonio Sorroche
PISTOIA – Casa Circondariale – Via dei Marcelli 13 – 51100 Pistoia
Antonio Ginetti
ASTI – Casa Circondariale Località Quarto Inferiore 266 – 14030 Asti
Samuele Gullino
ROMA – Carcere di Regina Coeli -Via della Lungara 29 – 00165 Roma
Damiano Calabrò
PADOVA – Casa Circondariale – via Due Palazzi 25a – 35100 Padova
Zeno Rocca
GENOVA – Carcere di Marassi – Piazzale Marassi 2 – 16139 Genova
Gabriele Filippi
PALERMO – Non sappiamo in che carcere sia recluso
Nicola Arboscelli
GIOVANNI TRASFERITO A VELLETRI
26-Gen-12Giovanni è stato trasferito al carcere di Velletri.
Questo è il nuovo indirizzo per scrivergli:
Giovanni Caputi
CASA CIRCONDARIALE
Via Campoleone – Cisterna km 8,600
00049 Velletri (Roma)
ARRESTI IN VAL DI SUSA
26-Gen-12FIACCOLATA A BUSSOLENO ORE 20.30 PIAZZA STAZIONE
Come prima risposta agli arresti avvenuti questa mattina in val di Susa e in tutta Italia il movimento no tav ha deciso di indire immediatamente una fiaccolata in solidarietà a tutti i fermati. La fiaccolata partirà dalla piazza della stazione di Bussoleno, cuore del movimento no tav dove inoltre uno degli arrestati, Mario, il barbiere del paese conduce uno storico negozio. Da qui si ripartirà, ancora una volta, tutti insieme, nel segno della lotta.
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Per aggiornamenti seguite anche lo streaming di Radio Blackout
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono complessivamente 32.
Da Milano arriva la notizia di 5 arresti.
Da Rovereto apprendiamo dell’arresto di Juan.
Il numero di arresti e denunce in Piemonte non è ancora chiaro. Oltre a Gabriela, per il cui arresto hanno fatto irruzione a El Paso, e Maja, si ha notizie di alcuni arresti effettuati presso i centri sociali Askatasuna e Gabrio. In mattinata gli/le occupanti del Mezcal sono saliti sul tetto per l’arrivo degli sbirri; dopo qualche ora e l’arrivo di solidali, sono scesi per ritirare notifiche di denuncia.
Da Roma arriva la notizia di 2 arresti.
Arresti anche a Genova.
fonte: notav.info
Era da tempo nell’aria e questa mattina all’alba puntualmente è scattata un’operazione di polizia contro il movimento notav. Le agenzie parlano di 32 arresti sparsi sul territorio nazionale e 11 denunce.
Seguiranno aggiornamenti
In attesa di maggiori informazioni pubblichiamo quanto diffuso dai media di regime:
TORINO – Un’operazione di polizia è scattata all’alba in tutta Italia per l’esecuzione di oltre 30 ordinanze di custodia cautelare in relazione agli incidenti avvenuti lo scorso 3 luglio in Val Susa contro la linea ferroviaria Tav Torino-Lione.
I reati contestati sono lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale per gli incidenti al cantiere della Tav di Chiomonte (Torino) nel quale rimasero feriti oltre 200 uomini delle forze dell’ordine e decine di manifestanti. Le ordinanze sono state emesse dal Gip di Torino, Federica Bompieri, su richiesta del Procuratore aggiunto Andrea Beconi, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Questura del capoluogo piemontese. La notifiche delle ordinanze è in corso in varie città italiane, da Palermo a Trento; il maggior numero di provvedimenti riguarda persone residenti in Piemonte.
A tre mesi di distanza dalla giornata del 15 Ottobre, c’è ancora chi continua a scontare la repressione degli apparati giudiziari dello Stato. 6 ragazzi, di cui 5 minorenni, sono denunciati a piede libero, in 9 si trovano agli arresti domiciliari, due ragazze hanno gli obblighi di firma, mentre Giovanni, condannato a 3 anni e 4 mesi, resta ancora rinchiuso in carcere.
Nonostante l’accanimento giudiziario nei confronti delle persone arrestate e la gogna mediatica montata ad arte su quella giornata, chi crede sia indispensabile ribellarsi allo stato di cose attuali ha espresso tenacemente la propria solidarietà: le iniziative a supporto delle spese legali e a sostegno di chi è recluso, i presidi e i saluti dinanzi ai carceri di Regina Coeli e Rebibbia, la presenza nelle infami aule dei tribunali durante i processi sono gesti che disegnano il volto comune di tutti/e coloro che quotidianamente vogliono rompere le mura dell’indifferenza.
Per continuare a tenere viva la solidarietà nei confronti dei denunciati della giornata del 15 Ottobre e per non lasciare solo o sola chi continua ad essere rinchiuso dentro una cella maledetta, lanciamo un appuntamento per sabato 28 Gennaio, alle ore 13, durante l’ora d’aria dei detenuti del carcere di Regina Coeli, al faro della Passeggiata del Gianicolo. Microfono aperto e casse puntate verso Regina Coeli, per farci sentire da Giovanni e da tutti coloro che che sono privati della loro libertà.
Affinchè le persone non finiscano dove comincia il carcere, la solidarietà è un’arma.
Libertà per tutti/e
compagne e compagni di roma
Grecia – Il lavoro libera?
22-Gen-12IL LAVORO LIBERA?
Il lavoro penetra e determina la nostra intera esistenza. Il tempo scorre implacabile al suo ritmo mentre noi oscilliamo in un identico e deprimente circondario con un ritmo sempre crescente.
Orario di lavoro…tempo di produzione…tempo libero… Ogni singola nostra attività cade all’interno del suo contesto: acquisire conoscenza viene considerato un investimento per una carriera futura, la gioia viene trasformata in intrattenimento e deriva in un’orgia di consumo, la nostra creatività viene distrutta dentro i vincoli della produttività, le nostre relazioni – anche i nostri incontri d’amore – parlano il linguaggio della performance e dell’utilizzabilità… La nostra perversione è diventata tale dal far sì che noi cerchiamo qualsiasi forma di lavoro, anche volontaria, al fine di riempire il nostro vuoto esistenziale, per “fare qualcosa”.
Esistiamo per lavorare, lavoriamo per esistere.
L’identificazione del lavoro con l’attività umana, la creatività e la completa dominazione della dottrina del lavoro come destino naturale degli esseri umani è penetrata nelle nostre coscienze cosi in profondità che il rifiuto di questa condizione forzata, di questa coercizione sociale, sembra sacrilego verso il vero concetto di umanità.
Quindi qualsiasi lavoro è meglio di non averne uno. Questo è il messaggio diffuso dagli evangelisti dell’esistente, emettendo il calcio d’inizio per una competizione sempre più frenetica tra gli sfruttati per qualche briciola dal tavolo dei padroni; per la strumentalizzazione e il completo livellamento delle relazioni sociali in cambio di qualche lavoro miserabile nelle galere della sopravvivenza. Non sono solo, comunque, i termini e le condizioni di lavoro che creano un vicolo cieco. E’ il lavoro come totalità, come processo di commercializzazione dell’attività umana che riduce gli esseri umani a vivere come componenti di una macchina che consuma immagini e prodotti. E’ il lavoro come condizione universale sotto la quale le relazioni e le coscienze vengono formate, come spina dorsale che mantiene e riproduce la società basata sulla gerarchia, sullo sfruttamento e sull’oppressione. E come tale, il lavoro deve essere distrutto.
Quindi non vogliamo diventare solamente schiavi contenti o migliori manager di miseria. Possiamo ridare significato all’obiettivo e all’essenza dell’attività umana e della creatività agendo insieme, con vicinanza e solidarietà. Per una liberazione individuale e collettiva…
LIBERIAMOCI DAL LAVORO
LIBERTA’ PER L’ANARCHICO RAMI SIRIANOS
accusato di aver espropriato alcuni beni rubati da ODDY
SOLIDARIETA’ CON IL COMPAGNO KLEOMENIS SAVANIDIS
accusato per lo stesso caso senza alcuna prova
Data del processo: 18 gennaio 2012, Salonicco (rinviata al 26/3/2012)
Collaborazione Solidale Atene-Salonicco
da actforfree
trad. cenere(at)inventati.org
Presentazione del libro:
“Anarchia e potere nella guerra civile spagnola (1936-1939)”
con la partecipazione dell’autore Claudio Venza
Martedì 24/01/2012 ore 16
Proiezione di “Spagna 1936: l’utopia si fa storia” (filmato originale degli archivi iconografici della C.N.T.) a seguire presentazione del libro e chiacchierata con l’autore.
Università La Sapienza. Piazzale Aldo Moro, Roma, vecchio edificio di Fisica, aula Conversi.
L’ultimo anno a Barcelona è stato ricco di momenti di lotta di grande intensità.
Attraverso le parole di Vicente, compagno catalano, ricostruiamo tutto il percorso del movimento 15M (chiamato dai media movimento degli indignados) passando dall’esperienza del 29 settembre 2010 dello sciopero generale per giungere all’ultimo grande momento del 15 ottobre quando migliaia di persone hanno occupato ambulatori di ospedali, università e edifici abbandonati.
Di quali forme si dotano, quali strumenti utilizzano per far fronte alla crisi che si materializza con tagli alla sanità, all’istruzione e con decine di sfratti di case ogni giorno?
Scarica il file.mp3 (solito tasto destro + “salva destinazione con nome”)
SPUNTI DAL WEB SU MOVIMENTO E LOTTE A BARCELLONA
1) Link del sito web dello spazio di coordinazione (delle assemblee di quartiere e dei paesi vicini a barcelona)
http://espaicoordinacio.tk/
2) Link su uno dei prossimi incontri del movimento:
http://nosaltresoells.org
In questo sito (Noi o Loro) abbiamo raccolto le risposte a un questionario che è girato tra differenti lotte(quartieri,ospedali, istruzione, lavoro,femministe…)L’idea è che questo sito serva come spazio per la circolazione delle lotte, il confronto di posizioni, per la definizione di una linea di divisione, di presa di partito: Noi i rivoluzionari, loro i capitalisti…
Il questionario sta circolando in vista dell’incontro previsto per l’11 e 12 febbraio.
3) Video “Sciopero generale 29S”:
4) Video : “Dall’indignazione all’azione” (prendendo la metro ispirati dai blocchi dello scorso anno a Milano):
5) Vídeo sull’occupazione del 15 ottobre:
6) Vídeo sull’edificio 15o:
7) Video occupazione nel quartiere di sants:
8 – Link di una pagina di Madrid del giro “disobbediente”:
http://madrilonia.org/
9) Comitati di difesa dei quartieri della CNT (1936-1939) – link sull’edizione del libro e intervista all’autore (in castigliano):
http://aldarull.org/?cat=25&lang=es
10) Breve introduzione al libro “ateneos libertarios”:
11) Link di una libreria cooperativa nel quartiere sants, dove c’è un interessante archivio storico:
http://laciutatinvisible.coop/es/la-ciutat-invisible-edicions/cooperativesobreres/
da: Radiocane
VENERDI 20 GENNAIO
CineTeatroVolturnOccupato
CGS teatromusica + Fabio Casentini Groove Connection
ore 19.00 – Apertura/Aperitivo
ore 20.00 – Trattoria Arteatrovolturno ore 21.00 – CGS in “NATALE DI SECONDA MANO – TERRA FERMA, TERRA CHIUSA” ore 22.30 – Fabio Casentini Groove Connection inCONCERTO
ore 00.00 – DiDaCus DjSet (bass music) –
“NATALE DI SECONDA MANO – TERRA FERMA, TERRA CHIUSA” è basato sulla “Strage di Natale”: il naufragio di una nave di migranti avvenuto al largo della costa siciliana di Portopalo di Capopassero la notte tra il 25 e il 26 dicembre 1996. Con le sue 283 vittime, rappresenta la più grande strage navale dal secondo dopoguerra. E’ la storia della “Yohann”, vecchia nave greca partita dal Peloponneso in direzione di Cipro con a bordo circa trecento clandestini di origine pakistana, indiana e tamil. Qui resta attraccata per due settimane, in attesa della piccola lancia che avrebbe traghettato i migranti fino a Lampedusa. In realtà il primo trasbordo è fatale: le due imbarcazioni si toccano e la lancia “f-174” cola a picco. La vicenda esce allo scoperto solo anni dopo, quando un marinaio, Salvatore Lupo, denuncia il ritrovamento, tra le reti da pesca, di quei cadaveri che fino ad allora erano stati regolarmente rigettati in mare, per evitare il sequestro delle imbarcazioni per indagini. Il processo, iniziato nel 2001, trova numerosi intoppi, non ultimo il fatto che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, ossia fuori dalla giurisdizione italiana. La sentenza è datata 2008, e punisce due colpevoli per tutti: Youssef, capitano della “Yohann”, e Tourab, l’armatore pakistano che organizzava questi viaggi. 30 anni di carcere per entrambi. La fitta rete di accordi politici che hanno permesso un viaggio del genere viene del tutto ignorata. Il lavoro che la Comunità Giovanile di Subiaco ha realizzato intorno a questa vicenda è del tutto autoprodotto: i monologhi, le musiche, i testi delle canzoni sono stati autonomamente composti, rivisti e assemblati. Il racconto passa attraverso le testimonianze dei diversi migranti, che portano con sé e svelano ai presenti le loro storie, le loro speranze e le loro paure, nonché attraverso il racconto dello stesso Youssef; la narrazione della vicenda storica è affidata alle parole di Salvatore Lupo, che in apertura racconta quanto è stato inizialmente taciuto, e non manca neanche il punto di vista degli abitanti di Portopalo, affidato al dialetto siciliano della moglie di un pescatore, né quello del mare, che prende sembianze umane e accompagna, descrive e consola il “viaggio” dei migranti. Per l’ultimazione e la messa in scena, fondamentale sono stati l’aiuto e i consigli del regista teatrale Anacleto Lauri, che ha impreziosito e affinato il lavoro dei partecipanti al progetto.
FABIO CASENTINI GROOVE CONNECTION è una band che suona un genere Etno funk con influenze varie da herbie hancock ai ritmi africani al reagge al second line di new orleans. Una musica basata fondamentalmente sulla tensione del groove…
FABIO CASENTINI – BATTERIA, BAND LEADER
ANGELO OLIVIERI – TROMBE ED ELETTRONICA
GIACOMO ACILLOTTO – CHITARRA ELETTRICA
RICCARDO GOLA BASSO – ELETTRICO E CONTRABBASSO
http://www.myspace.com/fabiocasentini
via volturno, 37 – www.volturno/noblogs.org