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Fiat, minacce, incendi e violenze nella protesta sulle bisarche

Fiat mette le mani avanti e lancia l’allarme violenza. Secondo l’azienda, il calo delle vendite è legato agli scioperi degli autotrasportatori, le cui manifestazioni sono state accompagnate da atti intimidatori

MILANO – In questi giorni, nell’ambito della protesta delle bisarche, si stanno verificando “numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”. Lo afferma il Lingotto in una nota. Prosegue comunque la protesta delle bisarche. La prossima settimana si fermerà l’attività degli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Cassino e “anche le quote di mercato” del Lingotto “saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. A lanciare l’allarme è Fiat spiegando che “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese”.

Il proseguimento dello sciopero dei servizi di autotrasporto vetture a mezzo bisarca, al quale aderisce una minoranza di associazioni di categoria, sta fortemente danneggiando le attività del settore automotive italiano. Le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero. I danni sono particolarmente gravi per Fiat Group Automobiles, che è stata costretta a fermare più volte l’attività in alcuni stabilimenti italiani, con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori. Anche le quote di mercato saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. E’ quanto si legge in una nota del gruppo Fiat.
“Per la prossima settimana sono già programmate ulteriori fermate produttive. In particolare lo stabilimento di Cassino sarà chiuso nei giorni 27, 28 e 29 marzo, mentre il Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco, dove viene prodotta la nuova Panda in fase di lancio in Europa, si fermerà nei giorni 26 e 27 marzo. Ad oggi non si vedono segnali che possano far pensare alla fine dell’agitazione e anzi la situazione sembrerebbe in peggioramento con il verificarsi di numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce ed aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”, prosegue la nota.

“Il danno economico provocato dall’agitazione sta diventando insostenibile per il settore automotive italiano, già fortemente toccato dall’andamento del mercato”, conclude la nota.

da: repubblica