La lotta contro l’alta velocità in Val di Susa prosegue ormai da più di 20 anni. In tutto questo tempo ha saputo resistere agli assalti continui di politici di ogni colore, giornalisti e funzionari di ogni genere. E’ cresciuta nella sperimentazione orizzontale delle lotte per la difesa del territorio. Ha intrecciato le pratiche di resistenza urbana a quelle di uomini e donne che vivono ancora un legame diretto di conoscenza e simbiosi con la propria terra. Oggi, più che mai, è questo legame con la terra e tra gli individui coesi a difenderla ad essere costantemente sotto attacco. Oggi, più che mai, i rapporti di solidarietà sono una spina nel fianco per tutti coloro che vogliono imporre il TAV.
Il TAV è ovunque e non si tratta solo di un treno. Il TAV è ovunque e ci riguarda direttamente.
Dal nord al sud Italia, ma anche nel resto dell’Europa, interi territori sono stati devastati dalle linee ferroviarie destinate all’alta velocità. Sulle vite delle persone si fanno pagare i veleni e le nocività che questo progetto porta con sè. I profitti da garantire alle grandi imprese e gli interessi politici nel tutelarli rivelano l’altra faccia dell’esclusione e dell’oppressione. Quanto costa prendere un TAV? Quanti possono permetterselo? Quanti treni accessibili a tutti concellati o soppressi? Quanti sono gli operai morti nei cantieri dell’alta velocità? Quante terre sono state espropriate, distrutte ed inquinate? Quanta gente ha perso la casa, quanta gente è stata ricattata dallo Stato affinchè partissero i cantieri di una linea ad alta velocità? Ma soprattutto, a chi giova parlare di sviluppo e progresso? E chi ci guadagna nel far girare sempre più velocemente questo mondo?
Il TAV è ovunque e dietro questo progetto c’è un modello di vita che vuole essere imposto.
Impongono di andare sempre più veloci, perchè ci sono merci da produrre e da far circolare da un angolo all’altro del pianeta: la macchina non si deve mai fermare. Nella frenesia della vita quotidiana, scandita dai ritmi incessanti del lavoro, del tempo misurato in base al denaro, il progetto del TAV riguarda tutti; sfruttati e spremuti fino all’osso: andare più veloce, per produrre il più possibile.
La tecnologia è lo strumento con cui lo stato attua la trasformazione dell’habitat in un sistema sempre più complesso e controllato da una ristretta cerchia di specialisti. Il TAV rappresenta bene questo processo: i suoi fautori (oltre agli sprovveduti di ogni risma) sono la stessa tecnocasta che impone, aldilà dei partiti di riferimento, le scelte economiche e strategiche. Fiumi di miliardi per i nuovi armamenti e per le nuove guerre, progetti faraonici per le grandi opere, convergenza delle scienze per la manipolazione ed il controllo della vita in tutte le sue manifestazioni. Il connubio tra società civile ed apparati militari diventa sempre più realtà. Non a caso, tra le società che promuovono e lucrano sul TAV, strutturate tra mafia e stato, spicca Finmeccanica, multinazionale leader del settore bellico.
Il TAV è ovunque, lottiamo ovunque contro il TAV.
Il 28 Novembre verrà inaugurata l’ala TAV della stazione Tiburtina e già sappiamo quale sarà il tenore della propaganda. Le alte cariche dello stato, in nome del progresso e dello sviluppo, taglieranno i nastri dell’ennesima nocività imposta sulla città di Roma., mentre negli ultimi giorni di governo Berlusconi la Camera ha approvato formalmente la militarazzizazione della Val di Susa, proclamando i cantieri TAV “siti di interesse strategico nazionale”.
Il progetto della “nuova” stazione Tiburtina è partito da quando il sindaco era ancora Walter Veltroni. Una speculazione che riempie le tasche dei soliti noti: Montezomolo, Della Valle, Intesa-San Paolo e il gruppo Ferrovie dello Stato, solo per dirne alcuni. “Ma sull’importanza di quest’opera nessuno ha dubbi”, blaterano giornali e partiti. Certo, nessun dubbio quando si tratta di guadagni milionari, politica e poteri forti. Ma anche noi non abbiamo dubbi, siamo convinti che la logica devastatrice vada contrastata fuori da ogni partito e istituzione, che altro non fanno che stemperare la rabbia e inibire la capacità reale delle persone di cambiare la propria esistenza. Crediamo nell’autogestione delle lotte, da portare avanti con mezzi e modi antiautoritari.
A tutti i solidali con la lotta NO TAV, a tutti coloro che vogliono combattere le nocività e il potere che le impone, a tutti coloro che aspirano a un mondo libero da oppressione e sfruttamento, diamo appuntamento: