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“Da Barcellona a piazza San Giovanni” Resta in cella l’ultimo black bloc

Rimane in carcere il giovane di origini baresi che lo scorso 15 ottobre ha partecipato agli scontri con le forze dell’ordine. L’indagato avrebbe lasciato la Spagna per partecipare alla manifestazione. Ad inchiodarlo alcune fotografie

Nell’interrogatorio di convalida, Giovanni Caputi, non aveva potuto negare di aver lanciato qualcosa contro la camionetta dei carabinieri alla manifestazione di sabato 15 ottobre a piazza San Giovanni. E aveva tentato di alleggerire la sua posizione dicendo che si trattava di tubo di cartone fumogeno. Ma per il Tribunale della Libertà presieduto dal giudice Vincenzo Capozza non vi è alcun dubbio: “La condotta di Caputi è rivelatrice della forte propensione a ricorrere alla violenza e, quindi, di una pericolosità sociale avvalorata dal precedente porto d’armi commesso a Milano nel 2008 e dall’episodio di tre anni fa, quando era stato sorpreso alla stazione Termini, in evidente violazione del foglio di via obbligatorio”. Sono queste le motivazioni, depositate ieri in Procura, con le quali il Tribunale del riesame avvalora la decisione dei giorni scorsi di tenere in carcere il giovane di origini baresi accusato di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale.

Ad inchiodarlo erano state alcune fotografie scattate durante la manifestazione: Giovanni Caputi, aveva il volto travisato da una bandiera della Palestina, indossava una felpa marrone, pantaloni di tuta blu e scarpe da ginnastica. E, insieme ad un consistente gruppo di facinorosi, lanciava sampietrini e oggetti contundenti contro le forze dell’ordine. “Non si può mettere in discussione – aggiungono i giudici del riesame – quanto riferito dal personale del commissariato Prati sulla successiva forte resistenza opposta da Caputi al momento dell’arresto. Inoltre l’indagato avrebbe lasciato il luogo di residenza e lavoro (Barcellona) e, dopo una tappa in Veneto, ha raggiunto Roma. In una stagione, come quella attuale, caratterizzata da tensioni socioeconomiche e da frequenti manifestazioni di piazza, lasciare libertà di movimento a Caputi, o fare affidamento sulla sua capacità di autocustodirsi, appare un azzardo”.

A quasi un mese dalla manifestazione degli indignati prosegue, intanto, il lavoro dei carabinieri del Ros e della Digos: in questi giorni sono state depositate in Procura numerose informative e a breve il procuratore aggiunto Pietro Saviotti e il pm Francesco Minisci valuteranno le posizioni emerse dall’esame dei filmati e delle foto. Sono state riconosciute diverse persone, sia nell’ambito delle realtà antagoniste riferibili ai centri sociali, sia a realtà anarchiche, sia a soggetti appartenenti alle tifoserie ultras più violente. E ieri, il pm Francesco Minisci, dopo aver acquisito gli atti da Pisa, ha rinnovato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Carlo Seppia, il ventottenne di San Miniato arrestato la scorsa settimana con l’accusa di aver preso parte all’assalto alla camionetta dei carabinieri.

da repubblica.it