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29-Mar-12Un’occupazione non è un punto di arrivo o di partenza.
Flessibile o piede di porco a parte, le domande fondamentali erano diverse. Come aprire uno strappo nel tessuto delle infinite relazioni e separazioni, della totalità di circolazione e polizia? Come fare a sfibrare i discorsi di crisi, prendere l’austerity a calci in faccia e finalmente disfarci della questione del futuro, per esplorare qui e ora il baratro della società che si rompe?
Dovevamo trovare un luogo materiale. Un luogo occupato. Né centro sociale, né squat, né sede di un gruppo politico. Nè il #nuovonome del #nuovosoggettopolitico o la nuova espressione di una “nuova realtà” e neanche una struttura al servizio di questa o quella lotta.
Occupare per diffondere l’autonomia, per correre e riposare, per sostenere e dare continuità al ritmo della lotta.
Occupare non è una pratica del passato. Non è un mezzo come gli altri per prendersi degli spazi. Proprio perché si pone sul piano della configurazione materiale, spaziale, locale del mondo attorno a noi, perché mette in questione le forme dell’abitare proprio nel cuore dell’inabitabile, perché mina fin dalla base le due fondamenta dell’edificio del dominio: proprietà privata e spazio pubblico.
Anche se la parola d’ordine “occupare tutto” è stata recuperata dai peggiori politicanti, anche se #occupy è diventato un brand, il livello zero del marketing politico a scopo istituzionale, non dimentichiamo la potenza contenuta in ogni occupazione, che sia una casa a Roma, una scuola a Milano, una piazza al Cairo, un parco ad Atene, un porto a Oakland. Che sia per un giorno o per vent’anni.
Non dimentichiamo neanche che proprio questa zona, in cui la trasformazione della città in centro commerciale è più avanzata, ospitava il cuore pulsante del movimento delle occupazioni negli anni ’70. E’ probabilmente la frazione di Milano in cui la sconfitta dell’ipotesi rivoluzionaria sembra più palese.
Appunto. Non vediamo il passato come una somma di memorie, ma come una costellazione di potenze non compiute, di indicazioni per l’oggi. I quartieri possono esistere solo se li costruiamo, intensificando gli incontri, la circolazione, combattendo il regno dell’indifferenza. Soprattutto laddove sembra impossibile.
Non vogliamo né centralizzare né socializzare la lotta. Vogliamo che si diffonda un piano di condivisione autonomo delle vite, che le occupazioni si moltiplichino ovunque. Come i blocchi sull’A32.
Si è detto che le lotte contro la linea ad alta velocità abbiano collegato Lisbona a Kiev molto prima del progetto infrastrutturale. Ci auguriamo che questo posto possa essere uno scalo di questo tracciato offensivo, che sia un terminale tra tanti nella filiera di mezzi, luoghi e conoscenze. Un passante attraverso la metropoli infinita. Un invito a viaggiare verso ogni destinazione possibile.
Un’occupazione non è un punto di arrivo o di partenza.L’occupazione è una questione di continuità.
Venite a trovarci nei prossimi giorni:
> venerdì 30 marzo – ore 21 – cena di inaugurazione nel giardino
> sabato 31 marzo – ore 16 – pomeriggio con musica e affreschi murali
> domenica 1 aprile – ore 16 – assemblea aperta di presentazione del posto
via scaldasole angolo corso di porta ticinese │milano│tram 3 o 9 piazza 24 maggio
Leggi ANIMALI VIVI – Cronache da una valle in lotta: animali_a4
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SOLE e BALENO…UN RICORDO SENZA PACE
29-Mar-12SOLE e BALENO…UN RICORDO SENZA PACE
Quattordici anni fa, Edoardo Massari, BALENO, muore impiccato in una cella del carcere Le Vallette di Torino dove era detenuto.
Ad alcuni mesi di distanza, Maria Soledad Rosas, SOLE, muore allo stesso modo nei locali della comunità Sottoiponti di Benevagienna dove era tenuta agli arresti domiciliari.
Insieme a loro venne arrestato ed incarcerato Silvano Pelissero: uscì di galera solo dopo quattro anni, in seguito all’invalidazione dell’accusa di associazione sovversiva con finalità eversive di cui i tre anarchici erano stati imputati.
Su tutta la vicenda, sulla morte di Sole e Baleno, sulla lotta contro il TAV in Val di Susa, che cominciava a muovere i suoi passi, lo sciacallaggio giornalistico e mediatico fece da spalla alla violenza dello Stato e dei suoi apparati giudiziari.
BALENO E SOLE SONO STATI SUICIDATI PER DIFENDERE IL TAV, I SUOI PADRONI E I SUOI SERVITORI (POLITICI, INDUSTRIALI, GIUDICI, POLIZIOTTI, GIORNALISTI).
SONO STATI COLPITI NON PER ERRORE.
SONO STATI COLPITI PER LIQUIDARE, ASSIEME ALLA PRATICA DEL SABOTAGGIO, LA POSSIBILITÀ CHE ESSO CONTIENE: LA RIVOLTA DI UNA VALLE E, PIÙ IN GENERALE, L’IRRIDUCIBILITÀ UMANA AL POTERE E AL DENARO.
#MERCOLEDI’ 28 MARZO 2012#
Per ricordare BALENO e SOLE, appuntamento alle 16,30 all’isola pedonale del Pigneto.
Dal pomeriggio a sera, lungo le vie del quartiere: una giornata di battiti e passioni, che tengono in vita le stesse tensioni.
SOLE E BALENO, LA RIVOLTA CONTINUA.
ORA E SEMPRE NO TAV
Apprendiamo che da lunedì mattina anche Mambo è stato trasferito agli arresti domiciliari.
Lo stato continua a sequestrare nelle sue galere altri sette resistenti No Tav:
Alessio Del Sordo – C.C. via Pianezza 300 – 10151 Torino
Maurizio Ferrari – Carcere San Vittore – Piazza Filangeri 2 – 20123 Milano
Marcelo Damian Jara Marin – Carcere San Vittore – Piazza Filangeri 2 – 20123 Milano
Niccolò Garufi – Carcere San Vittore Piazza Filangeri 2 – 20123 Milano
Giorgio Rossetto – C.R. – loc. Cascina Felicina via Regioni Bronda 19/b – 12037 Saluzzo (CN)
Luca Cientanni – C.C. corso Vercelli 165 – 10015 Ivrea (To)
Juan Antonio Sorroche Fernandez – C.C. – Via Beccaria, 13 – Loc. Spini di Gardolo – 38014 Gardolo – TN
“APPELLO : PRIMAVERA NOTAV
IL 1° APRILE 2012 CAMBIAMO ARIA!
Contro la repressione del movimento NOTAV, in sostegno agli arrestati,
UNIAMO LA LOTTA!
Costruiamo una giornata di confronto tra tutte le realtà torinesi NOTAV.
A Torino presso il parco del Valentino, a partire dal mattino, contro-informazione, assemblee,workshop, tanta musica e cibo solidale TUTTO BENEFIT ARRESTI NOTAV.
Invitiamo tutti i NOTAV di Torino di ogni realtà politica, sociale, antagonista,ad unirsi in una giornata di preparazione dell’11 Aprile quando, in Val Clarea,avverranno gli espropri, “occupazioni temporanee”.
Raccogliamo l’invito della Val di Susa ad organizzare presidi ed iniziative in ogni città in quella data.
Tutto il ricavato del 1° Aprile sarà Benefit per gli arrestati e le vittime della repressione”.
riceviamo e diffondiamo:
Prevista inizialmente per il 15 marzo, poi rinviata al 19 aprile, la sentenza di primo grado del processo per associazione sovversiva a 19 anarchici è ancora slittata al 15 maggio.
Viste le voci allarmate circolate negli ultimi tempi, dovute ai vari cambiamenti nella calendarizzazione del processo, rassicuriamo tutti i compagni e i solidali: il 15 marzo non è stata emessa alcuna sentenza, si è trattato solo di una richiesta di condanne da parte della pubblica accusa.
Il 15 maggio vedremo come va
Viste le voci allarmate circolate negli ultimi tempi, dovute ai vari cambiamenti nella calendarizzazione del processo, rassicuriamo tutti i compagni e i solidali: il 15 marzo non è stata emessa alcuna sentenza, si è trattato solo di una richiesta di condanne da parte della pubblica accusa.
Il 15 maggio vedremo come va
à suivre
Due buone notizie oggi per i detenuti notav. Matteo (Mambo) Grieco detenuto al carcere di Alessandria è agli arresti domiciliari.
Jacopo Bindi, già detenuto ai domiciliari, ora è senza restrizioni e può ricevere visite e comunicare con tutti.
Un altro pezzo del teorema Caselli perde i pezzi, liberi tutti!
Trapani – Aggiornamenti su Madda
25-Mar-12riceviamo e diffondiamo:
Notizie da Madda
Ci giungono notizie dal carcere di Trapani dove Madda è sequestrata dallo Stato su richiesta dei Pm di Bologna. Il pretesto che la tratterrebbe in galera riguarderebbe la possibilità di rendersi irreperibile date le reiterate violazioni di custodia cautelare di cui, secondo loro, sarebbe protagonista. La compagna lamenta la durezza carceraria in un luogo dove non può usufruire di acqua potabile e dove il rapporto con gli aguzzini è molto teso e la solidarietà tra detenuti poca o inesistente. Inoltre la lontananza dagli affetti e la difficoltà di poter effettuare colloqui, si fanno sentire intaccando il morale. Invitiamo gli amici, e i compagni a stringersi attorno a lei e a farle sentire il nostro sincero calore ribelle e solidale.Maddalena Calore
Casa Circondariale Trapani
Via Madonna di Fatima 222 – 91010
Ci giungono notizie dal carcere di Trapani dove Madda è sequestrata dallo Stato su richiesta dei Pm di Bologna. Il pretesto che la tratterrebbe in galera riguarderebbe la possibilità di rendersi irreperibile date le reiterate violazioni di custodia cautelare di cui, secondo loro, sarebbe protagonista. La compagna lamenta la durezza carceraria in un luogo dove non può usufruire di acqua potabile e dove il rapporto con gli aguzzini è molto teso e la solidarietà tra detenuti poca o inesistente. Inoltre la lontananza dagli affetti e la difficoltà di poter effettuare colloqui, si fanno sentire intaccando il morale. Invitiamo gli amici, e i compagni a stringersi attorno a lei e a farle sentire il nostro sincero calore ribelle e solidale.Maddalena Calore
Casa Circondariale Trapani
Via Madonna di Fatima 222 – 91010
seguiranno aggiornamenti
I treni contro il TAV !
Nella notte fra martedì 20 e mercoledì 21 marzo, nel deposito dei treni di Grenoble, molte decine di vagoni sono state riempite di scritte contro il TAV Lione-Torino.No TAV! No alla linea ad alta velocità fra Lione e Torino. Solidarietà con Luca (militante No TAV, vittima della repressione poliziesca in Italia). Solidarietà con la Val Susa in lotta.
A partire da questa mattina e fino a quando non saranno ripuliti, quei vagoni attraverseranno tutte le stazioni della regione Rhône-Alpes. Ci teniamo a ringraziare la SNCF [le ferrovie francesi, NdT] che si fa così porta-parola del movimento No TAV presso la popolazione locale.
Ricordiamo che la linea ferroviaria Lione-Torino significa devastazione dell’ambiete alpino. Si tratta di un progetto deciso da e per le élites economiche e politiche, i grandi industriali e le lobby del cemento e del trasporto su ruota. Dietro le false motivazioni ecologiche, il TAV significa l’accellerazione e l’intensificazione degli scambi di merci e del traffico di mezzi pesanti attraverso l’Europa.
Con questa azione, abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà con gli abitanti della Val Susa, in Italia, che da 20 anni lottano contro questo progetto. Ma, soprattutto, abbiamo voluto contribuire alla costruzione, da questo lato della frontiera, di un movimento contro il TAV ed il mondo che lo accompagna.
Anche qui, A sarà düra!
No TAV, sezione Art-Déco
in francese su http://grenoble.indymedia.org/2012-03-21-Grenoble-La-SNCF-fait-de-la
Azione in solidarietà con gli oppositori alla Lione-Torino.
Nel mattino di venerdì 16 marzo, la circolazione dei treni fra Grenoble e Lione é stata interrotta per mezz’ora, grazie ad un piccolo sacco di terra lanciato sui cavi aerei di alimentazione dei treni.
Questa azione di blocco momentaneo dei treni risponde all’appello a bloccare tutto lanciato qualche settimana fa dagli oppositori/trici italiani alla linea ferroviaria Lione-Torino, in seguito agli ultimi tragici avvenimenti capitati in valle. Pensiamo, in particolare, al nostro compagno Luca, gravemente ferito durante lo sgombero della Baita.
Prendersela con la SNCF [le ferrovie francesi, NdT] significa prendersela con uno degli attori più importanti del progetto Lione-Torino, quel progetto che distrugge le nostre valli e le nostre vite, per gli interessi della merce e del capitalismo. Si tratta anche di prendersela con un bersaglio francese e affermare ancora e sempre che anche da questo lato non vogliamo il TAV.
Alcuni hobbisti della domenica.
in francese su http://grenoble.indymedia.org/2012-03-22-action-de-solidarite-avec-les
Casal Bertone è Antifascista!
23-Mar-12
Apprendiamo con sgomento la sentenza del consiglio di stato che di fatto autorizza la costruzione dell’inceneritore di Albano. Come al solito la volontà popolare viene ignorata , la dignità dei cittadini e dellle cittadine, che vivono questi territori e che da sei anni portano avanti questa vertenza, viene calpestata in nome di una presunta utilità sociale di questo spaventoso ecomostro. Viene da chiedersi, con l’amaro in bocca, utile a chi? al signor Cerroni, “il re della monnezza” che di discariche e inceneritori ha costruito il suo business (Malagrotta docet), e senza dubbio è utile ai vari politicanti di turno, da Alemanno, alla Polverini e al suo predecessore Marrazzo, che continuano a proporre una gestione dei rifiuti vecchia e obsoleta fatta di discariche e inceneritori in un territorio, come quello dei castelli, già DEVASTATO da una speculazione edilizia che non conosce limiti, dalla presenza di numerose industrie e dalla tristemente nota discarica di amianto.
La storia dei movimenti territoriali in Italia sembra seguire sempre lo stesso copione: la lotta contro l’opera parte, I comitati presentano ricorso al TAR, lo vincono, dopodichè vengono scavalcati al Consiglio di Stato per intercessione del politicante di turno. L’abbiamo visto accadere in Val di Susa, sotto le pressioni del governo centrale del PDL e della regione del PD, l’abbiamo visto accadere ad Aprilia per l’insistenza dell’allora ministro alle attività produttive Bersani, a Vicenza in cui il deus ex machina fu Prodi ed infine a Napoli per l’inceneritore di Acerra, per il quale si spesero nientepopòdimeno che Berlusconi e Napolitano. Ora sembra arrivato il nostro turno, con le minacciose dichiarazioni del ministro Corrado Clini che sembrano voler schiacciare la lotta che portiamo avanti da sei anni.
Dell’incompetenza e del malaffare di pochi dovranno pagare donne, uomini, bambini, animali le cui grida di rabbia e di indignazione si vorrebero mettere a tacere. NOI NON GLIELO PERMETTEREMO! Non ci faremo schiacciare, la vertenza non muore certo qui ma anzi continuerà con ancora più forza!solo uniti tutti e tutte potremo impedire la devastazione dei nostri territori! non ci faremo scavalcare, l’unico grado di giudizio che conta è quello popolare e si giudica sul terreno della lotta. Sul nostro sito web continueremo ad aggiornavi sule prossime iniziative ed assemblee pubbliche per decidere insieme come continuare la mobilitazione. Di seguito potete leggere la notizia così come viene riportata dal giornale “La Repubblica”.
NO ALL’INCENERITORE Nè AD ALBANO Nè ALTROVE!
Fiat mette le mani avanti e lancia l’allarme violenza. Secondo l’azienda, il calo delle vendite è legato agli scioperi degli autotrasportatori, le cui manifestazioni sono state accompagnate da atti intimidatori
MILANO – In questi giorni, nell’ambito della protesta delle bisarche, si stanno verificando “numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”. Lo afferma il Lingotto in una nota. Prosegue comunque la protesta delle bisarche. La prossima settimana si fermerà l’attività degli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Cassino e “anche le quote di mercato” del Lingotto “saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. A lanciare l’allarme è Fiat spiegando che “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese”.
Il proseguimento dello sciopero dei servizi di autotrasporto vetture a mezzo bisarca, al quale aderisce una minoranza di associazioni di categoria, sta fortemente danneggiando le attività del settore automotive italiano. Le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero. I danni sono particolarmente gravi per Fiat Group Automobiles, che è stata costretta a fermare più volte l’attività in alcuni stabilimenti italiani, con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori. Anche le quote di mercato saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. E’ quanto si legge in una nota del gruppo Fiat.
“Per la prossima settimana sono già programmate ulteriori fermate produttive. In particolare lo stabilimento di Cassino sarà chiuso nei giorni 27, 28 e 29 marzo, mentre il Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco, dove viene prodotta la nuova Panda in fase di lancio in Europa, si fermerà nei giorni 26 e 27 marzo. Ad oggi non si vedono segnali che possano far pensare alla fine dell’agitazione e anzi la situazione sembrerebbe in peggioramento con il verificarsi di numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce ed aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”, prosegue la nota.
“Il danno economico provocato dall’agitazione sta diventando insostenibile per il settore automotive italiano, già fortemente toccato dall’andamento del mercato”, conclude la nota.
da: repubblica