E’ durata poche ore l’occupazione di un locale di proprietà delle Ferrovie, sgomberato col sopraggiungere di quattro blindati intenzionati a chiudere nel più breve tempo possibile una, seppur, breve, nuova esperienza di lotta e autorganizzazione. Nel giro di poche settimane già due gli sgomberi eseguiti a Roma, un giro di vite a cui occorrà far fronte senza cedere al ricatto e alla paura.
Qui l’audio dello sgombero:
http://www.ondarossa.info/newsredazione/sgomberata-loccupazione-di-prenestina
Volantino distribuito dopo lo sgombero:
Oggi, 2 Maggio, abbiamo occupato un locale abbandonato di proprietà delle Ferrovie dello Stato situato in via Prenestina 44 a Roma. Volevamo aprire uno spazio di libertà.
Dopo poche ore, nelle quali si è tenuta una colazione sul marciapiede antistante lo spazio, siamo stati sgomberati da un massicio contingente di polizia accorso precipitosamente. In seguito gli sbirri si sono presi la briga di murare l’ingresso per scongiurare il pericolo – vista la foga sembrava temessero che da quella stanza potesse uscire il Demonio in persona.
In questi tempi di crisi sembra che la principale occupazione della polizia sia quella di reprimere chiunque tenta di riprendersi un po’ di tutto quello che ci viene rubato dai padroni. Quando non si dedica direttamente ad ammazzare i poveri come recentemente accaduto a Ravenna, Firenze e Milano.
In questi tempi di crisi conosciamo chi specula sulla nostra pelle, ad esempio Trenitalia, che impone tariffe sempre più care e tagli al personale per reperire i fondi che poi sperpera nel progetto inutile e nocivo delle linee ad alta velocità (TAV). Per questo qualche settimana fa, durante le iniziative in appoggio alla lotta in Val di Susa, i NO TAV hanno tentato di occupare degli uffici di Trenitalia per aprire uno spazio di lotta. Non proviamo alcun rimorso ma anzi piacere nel riprenderci qualcosa da queste sanguisughe di regime.
In questi tempi di crisi, in cui ci vogliono lasciare tutti in mutande ed imporci di stare zitti, è importante alzare la testa. Lottiamo per riprenderci immediatamente quanto ci viene tolto: la possibilità di soddisfare i nostri bisogni. Lottiamo insieme a quelli che comprendono quanto accade e non vi si rassegnano. Le occasioni sono tante, la fantasia non ci manca, andiamo avanti.
Abbiamo più desideri noi, da esaudire, che loro celerini per reprimerli!