Retata anti No Tav: PD, PDL e Lega entusiasti
Pd, Pdl e Lega plaudono le forze dell’ordine e chiedono chi la chiusura dei centri sociali, chi lo sfratto dell’emittente Radio Blackout, chi il divieto della manifestazione No Tav convocata sabato a Torino
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Le agenzie non fanno a tempo a riportare una dichiarazione di giubilo di qualche esponente politico per gli arresti di stanotte contro i No Tav che già ne arriva un’altra. E’ una corsa a chi è più soddisfatto o a chi chiede di più. Più repressione.
Agostino Ghiglia, vicecoordinatore del PdL in Piemonte, chiede che «non sia consentita la manifestazione No Tav di sabato prossimo per le vie di Torino». Ghiglia esprime «piena soddisfazione per la vasta operazione attuata oggi dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura» e invoca «tolleranza zero contro questi soggetti violenti, organizzati come una falange militare, responsabili degli innumerevoli attacchi alle forze dell’ordine e ai lavoratori impegnati nei cantieri e degli ingenti danni recati alla Valle di Susa e alla sua economia». Per Ghiglia gli arresti «stanno dimostrando la pericolosità e la natura violenta dei centri sociali torinesi, così come di Radio Blackout fomentatrice di rivolte, che noi sosteniamo e denunciamo da anni chiedendo lo sgombero e la chiusura degli stabili occupati».
Anche Maurizio Marrone, coordinatore vicario del Pdl torinese e consigliere comunale chiede ad esempio la chiusura di Radio Blackout: “l’ondata di arresti che ha colpito gli elementi anarco-insurrezionalisti del movimento No Tav ha portato in galera e sul banco degli imputati la quasi totalità del comitato di redazione di Radio Blackout, l’emittente dei centri sociali a cui il Comune di Torino concede i locali con affitto agevolato”. “Il Pd – aggiunge Marrone – sa benissimo che la radio è il braccio mediatico e logistico delle violenze portate avanti in questi anni dagli antagonisti torinesi. Dopo questi arresti che provano un coinvolgimento diretto dei redattori negli scontri con la Polizia non ci sono più scuse: o termina l’ospitalità del Comune di Torino o questa Giunta diventa apertamente connivente con i crimini di questi delinquenti». Marrone anticipa che chiederà «comunicazioni urgenti del sindaco Piero Fassino nel prossimo Consiglio comunale per sapere se intende prendere provvedimenti».
Il PD non è da meno. Per il segretario regionale del Pd del Piemonte, Gianfranco Morgando, e il Presidente regionale del partito, Andrea Giorgis, «oramai solo qualche irresponsabile invasato può negare il fatto che il movimento di opposizione alla Torino-Lione è diventato ostaggio di un gruppo ristretto di persone violente e fanatiche che la Valle e quei comitati No Tav che si definiscono pacifici non hanno mai saputo o voluto isolare». «I nomi delle persone fermate – sottolineano Morgando e Giorgis – dimostrano come non siamo in presenza di pacifici valligiani contrari alla Tav, ma di professionisti dell’antagonismo e della guerriglia urbana. E neppure stupisce – aggiungono – la presenza di personaggi dal passato terroristico e brigatista.» I fatti contestati – continuano Morgando e Giorgis – sono di estrema gravità e nessun tipo di giustificazione può essere ammessa da parte di chi crede nella legalità e nelle istituzioni. Dai commenti all’operazione di oggi – concludono i due leader del Pd congratulandosi con Procura e forze dell’ordine – risulterà evidente se questi principi sono da tutti condivisi, oppure se qualcuno ha deciso di porsi fuori dalla legge e dallo Stato avallando con parole e comportamenti azioni sovversive e violente”
Per il pasdaran della Tav Stefano Esposito (sempre PD), «l’eccellente operazione di oggi all’alba, compiuta dalle forze dell’ordine ha fatto cadere il castello di menzogne e ipocrisie attraverso le quali i No Tav hanno voluto accreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica come un movimento di non violenti in lotta per la salvaguardia dell’ambiente incontaminato della loro Valle contro le mire conquistatrici del capitale globale». «Il pedigree degli arrestati è molto preciso – dice Esposito – tutti bravi ragazzi con il vizietto del ‘tiro al poliziottò. L’operazione rende giustizia alle centinaia di agenti feriti sul lavoro, ma anche a chi, come me, per mesi ha denunciato il rischio di deriva para terroristica dei No Tav». «Per mesi – conclude Esposito – si è tollerato che venisse autoproclamata una Repubblica autonoma, che il cantiere presidiato dalle forze dell’ordine venisse settimanalmente assaltato. Ora, finalmente, lo Stato ha risposto forte e chiaro»
Di fronte a tanta brama di repressione la secca dichiarazione del leghista Cota sembra quella più sobria: «Esprimo il sincero apprezzamento alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’azione a difesa della legalità sulla vicenda Tav». Cosi il presidente della Regione Piemonte, Roberti Cota che aggiunge: «rilevo come ancora una volta la difesa della Val di Susa sia soltanto uno specchietto per le allodole architettato da chi ha altri obbiettivi, in particolare quello della violenza e dello scontro permanente».
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