15 ottobre
L’inaugurazione delle tarantelle repressive la subiscono complessivamente 17 manifestanti, numero noto intorno alle 22. Via Genova, intorno alle 23, apre le porte solo a cinque di loro poiché minorenni; comincia per i dodici in stato di fermo il primo fine settimana da passare con l’incarnazione più sincera dell’infame anima statale: i secondini.
17 ottobre
Aprono la settimana all’alba di lunedì, 67 perquisizioni, tutte con esito negativo: Roma 6, Cosenza 8, Palermo 4,Firenze 14, Senigallia 2, Napoli 10 ,Teramo 7, Milano 6 , Padova 6, Livorno 2,Lecce 2. I controlli avvengono in base all’articolo 41 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza, secondo il quale: “gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che abbiano notizia, anche per indizio, della esistenza, in qualsiasi luogo pubblico o privato, o in private abitazioni, di armi, munizioni o materiali esplodenti, non denunciate o non consegnate, o comunque abusivamente detenute, procedono immediatamente a perquisizione e sequestro”. Tutto ciò con il plauso di istituzioni, intellettuali di regime e politici ben pensanti che trasversalmente attraversano l’opinione pubblica la cui scelta di dove possa risiedere la verità l’ha già delegata ai giornali ed alle tv. L’invito alla delazione è raccolto caldamente; non ce n’è da stupirsi, dato che l’avanguardia di tale spiccata sensibilità si modella già all’interno del corteo. Inoltre, si parla di ripristinare la legge Reale, che ha permesso non poche morti “comode”, di divieto di manifestare per un mese e di applicazione del daspo per le manifestazioni, oltre che per il calcio. Tra le tante affermazioni intimidatorie, il ministro dell’interno dichiara che il ragazzo rumeno arrestato sarà oggetto di foglio di via dall’Italia; azione non possibile oltre che intimidazione spregevole.
19 ottobre
Il gip Elvira Tamburelli ascolta, presso l’accogliente atmosfera del carcere di Regina Coeli, i fermati per i quali la procura ha chiesto la convalida e la conferma delle custodie in carcere con l’accusa di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Il bilancio é : nove rimangono in carcere , due agli arresti domiciliari, uno libero. Un nuovo arresto; viene prelevato dai carabinieri di un paesino in provincia di Viterbo uno dei protagonisti del “book fotografico” che i media di massa presentano sia a livello cartaceo che multimediale: colui che lancia l’estintore.
22 ottobre
Con l’unica prova di una chiamata in cui si fa riferimento alla camionetta in fiamme, finisce in carcere a Chieti un attivista, il quale inizia subito lo sciopero della fame. Nei giorni successivi all’arresto, i media di massa millantano prove video in cui materialmente l’imputato avrebbe contribuito a dar fuoco alla camionetta. Tutto completamente falso, ma mai rettificato.
27 ottobre
I 5 minorenni, fermati il 15 ottobre e poi rilasciati, vanno agli arresti domiciliari. Per loro l’accusa è di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, nonché danneggiamento seguito da incendio.
28 ottobre
La delazione dà i suoi frutti più maturi. Viene fermato uno studente di Pisa, dopo che qualcuno l’ha riconosciuto su una foto pubblicata dal sito internet di repubblica. Il solerte lettore ha così segnalato il ragazzo ai carabinieri. La mattina seguente, ovviamente, verrà convalidato il fermo, come avvenuto per tutti quelli precedenti.
2 novembre
Si pronuncia il Tribunale del Riesame di Roma circa coloro che hanno messo per primi piede in carcere: uno vi rimane, sette vanno agli arresti domiciliari e due con obbligo di firma. Il reato ipotizzato per i 10 manifestanti è quello di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
11 novembre
Esce dal carcere, senza alcuna misura cautelare, il “ragazzo dell’estintore”.
16 novembre
E’ libero, finalmente, l’attivista di Chieti che per tutta la durata della detenzione è stato in sciopero della fame e della sete. Per lui nessuna misura cautelare, a riprova della tesi completamente montata dai media di massa circa presunti filmati che lo incriminavano.
17 novembre
Il tribunale di Roma infligge la prima condanna per gli arrestati e le arrestate a Roma il 15 ottobre scorso. La X sezione penale condanna, con il rito abbreviato, Giovanni , l’unico manifestante ancora detenuto in carcere, a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Il tribunale ha, inoltre, disposto il risarcimento dei danni da liquidare alle parte civili, il Comune di Roma e l’Ama, in separata sede. Giovanni è stato condannato con l’accusa di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Il pm aveva chiesto una condanna a quattro anni. Al momento della lettura della sentenza Giovanni non ha proferito parola incassando la condanna e mostrando la dovuta superiorità alla servitù che l’ha emessa. Per lui, inoltre, la Procura ha chiesto ed ottenuto dal tribunale la trasmissione del fascicolo in quanto si sta indagando anche per il reato di devastazione.
Il processo contro Ilaria, Robert e Stefano avrà luogo il 5 dicembre.
Per scrivere a chi è ancora in carcere:
Giovanni Caputi c/o Casa Circondariale REGINA COELI via della Lungara, 29 00165 Roma
Carlo Seppia Casa circondariale Don Bosco Via Don Bosco 43 (56100 – Pisa)
Il 6 novembre si incontrano tante realtà, confluendo comunemente al rifiuto della logica del capro espiatorio alla base del sistema penale e della dicotomia buoni/cattivi con la quale si è voluto criminalizzare da più parti la piazza del 15 ottobre. In questa direzione, decidono di impegnarsi collettivamente perché nessuno rimanga solo a fare i conti con procure e commissariati. Nasce, quindi, una rete di solidarietà con:
– cassa per le spese legali
(c\c di Radio Onda Rossa: conto corrente postale CCP n. 61804001 intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001, Via dei Volsci 56 – 00185 Roma. Causale: “15 ottobre”; effettuando un bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001 Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001 Causale: “15 ottobre”),
– attivazione di una mailing list per coordinarsi
( https://www.autistici.org/mailman/listinfo/liberta15ott ),
– un blog per aggiornare le informazioni sui processi e comunicare le varie iniziative
(http://liberatutto.noblogs.org/).
- Per quanto riguarda le perquisizioni ci sono state anche a Teramo:
http://abruzzo.indymedia.org/article/9076Operazione congiunta di polizia e carabinieri
Lunedì mattina dalle 6 e 30 in poi digos e carabinieri hanno eseguito 6 perquisizioni a carico di 7 compagni anarchici, sulla costa teramana e nell’entroterra. Le perquisizioni sono state eseguite con il 41 t.u.l.p.s. E’ stato sequestrato materiale cartaceo e sono state fatte fotografie agli indumenti.
in continuo aggiornamento da: https://roma.indymedia.org/articolo/38942/aggiornamento-delle-operazioni-repressive-circa-il-15-ottobre