Avevamo annunciato che avremmo attraversato in corteo il I Municipio, che ci saremmo ripresi le strade senza preavviso ne autorizzazione!
Avevamo annunciato che avremmo disobbedito al divieto, che avremmo praticato occupazioni simboliche.
Lo abbiamo fatto!
Oggi siamo tornati in piazza per ribadire la nostra opposizione al governo e le misure di austerity imposte dalla BCE.
Già da questa mattina ci siamo trovati davanti una classe politica che ha mostrato il suo volto più autoritario e repressivo nel tentativo di zittire la voce degli studenti.
Davanti a molte scuole la polizia ha messo in pratica quelli che hanno chiamato ‘presidi per tutelare la democrazia’, che si sono concretizzati in veri e propri blocchi nei quali venivano identificati tutti gli studenti che decidevano di non andare a lezione, come accaduto al mamiani ed al virgilio dove erano presenti persino blindati. In altre invece, la polizia ha chiesto ai dirigenti scolastici di poter visionare i registri per segnalare e identificare gli assenti, come al talete al lucrezio caro al morgagni al tasso ed al righi.
Nonostante tutto dalle nostre scuole sono riusciti a partire diversi cortei, in particolare dal liceo virgilio dal quale quasi quattrocento studenti hanno attraversato le strade del Municipio I, liberando di fatto il centro dal divieto.
Questi cortei sono poi confluiti nel concentramento di Tiburtina, dove un imponente schieramento delle forze dell’ordine continuava l’opera iniziata qualche ora prima davanti le scuole: ancora identificazioni ed intimidazioni agli studenti che arrivavano nella piazza.
Abbiamo più volte provato a far partire il corteo, come il 7Ottobre, con i boockbloc che ne caratterizzavano la testa. La risposta è stata un susseguirsi di violente cariche che hanno portato a decine tra feriti e fermati tra gli studenti anche durante la breve e simbolica occupazione del cantiere alta velocità della stazione Tiburtina, oltre che nei diversi tentativi di muoversi, o solo allontanarsi.
Dalla polizia c’è stato più volte ribadito che la gestione della piazza era una scelta politica e non una questione di ordine pubblico.
La risposta che abbiamo dato è stata dunque politica: il corteo è partito attraversando le vie di questa città senza nessuna autorizzazione, abbiamo raggiunto l’Università de La Sapienza dove si è svolta un’ assemblea pubblica.
Evidenziamo anche il paradosso espresso dal sindaco e dalla questura nel dichiarare che tutelare il traffico sarebbe stata la loro prerogativa principale, troviamo un po’ strano che per fare questo si scelga sequestrare un corteo per ore chiudendo di fatto una stazione e uno snodo come Tiburtina.
Non abbiamo mai creduto che un divieto ci avrebbe impedito di manifestare, da oggi ne siamo ancora più convinti, la voce di una generazione che vuole continuare a esprimersi non si ferma così.
Questa crisi non siamo disposti a pagarla, questo debito non ci appartiene, per sanarlo non si può passare attraverso indiscriminati tagli alla cultura, non si può passare per le nostre vite. Lo abbiamo urlato nelle piazze di questo paese più volte, oggi abbiamo dimostrato che non abbiamo paura, che torneremo per le strade sempre più determinati.
Annunciamo fin da ora che il movimento ripartirà già da domani, nelle scuole e nelle facoltà, in questi mesi torneremo più volte in piazza, a cominciare dalla data transnazionale dell’11 novembre e dalla giornata mondiale dello studente del 17.