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Presidio 2 Novembre a Piazzale Clodio

07-Nov-11

15 ottobre, lo studente arrestato a Chieti nega di aver partecipato all’incendio del blindato dei carabinieri

07-Nov-11

 

Mentre le agenzie diffondono le prime informazioni sul nuovo fermo di un giovane di 28 anni, realizzato dai carabinieri di san Miniato, in Toscana, con l’accusa di aver preso parte all’incendio del blindato dei carabinieri che si era lanciato nel cuore di piazza san Giovanni, dove stazionavano migliaia di manifestanti, l’avvocato di Leonardo Vecchiolla, arrestato a Chieti sempre per lo stesso fatto, fa sapere che «Nel fascicolo dell’inchiesta non c’è alcuna prova della sua partecipazione al fatto».

Non è tutto black quel che è bloc. Vacillano le accuse contro Leonardo Vecchiolla, lo studente di psicologia dell’università Gabriele D’Annunzio di Chieti, arrestato il 22 ottobre scorso e subito presentato ai media come uno degli «incappucciati» autori delle devastazioni avvenute durante la manifestazione del 15 ottobre scorso. Ad «incastrare» il 23enne, originario di Benevento ma residente ad Ariano Irpino, sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche nelle quali il giovane, secondo l’accusa, si sarebbe vantato di aver preso parte all’incendio di un blindato dei carabinieri rimasto intrappolato tra i manifestanti dopo una carica giunta fin nel cuore di piazza san Giovanni. Luogo dove stazionavano ancora decine di migliaia di dimostranti dopo che per ore molti di loro avevano resistito alle cariche ed ai caroselli delle forze dell’ordine.

L’utenza chiamata da Vecchiolla apparteneva ad un suo amico d’infanzia messo sotto ascolto nell’ambito di un’altra indagine condotta dai carabinieri di Avellino per ipotesi di reato che nulla hanno a che vedere con i fatti di piazza san Giovanni, e alla quale Vecchiolla è completamente estraneo.
La circostanza è servita ai Ros per confezionare un arresto ultramediatico a ridosso del corteo dei No tav in val di Susa, al quale anche Vecchiolla si accingeva a partecipare. ll giovane infatti è stato arrestato con il biglietto del treno in tasca mentre si recava in stazione. Serviva un colpevole immediato per puntellare il teorema dei violenti infiltrati nei cortei.
A distanza di giorni però non sono emerse le conferme tanto attese e forse per questo la procedura si è arenata: non ci sono foto o immagini che identificano lo studente tra le persone che hanno incendiato il furgone nonostante la scena sia stata immortalata in centinaia di foto e ripresa da più angolazioni. Anche il contenuto delle due intercettazioni resta dubbio ed è singolare che le bobine si trovino ancora presso i carabinieri di Ariano Irpino e non a Roma, sede titolare dell’indagine. All’avvocato Sergio Acone non è ancora pervenuta l’autorizzazione per ascoltarle: «La trascrizione della prima – ha spiegato il legale – non fornisce elementi univoci», in sostanza non consente di stabilire che Vecchiolla abbia partecipato all’incendio del mezzo blindato. Nella seconda, «ci sono molti punti di sospensione o parole indicate come incomprensibili». Frasi estrapolate e spezzettate all’interno di un discorso ancora tutto da verificare. La stessa scontata convalida della custodia cautelare pronunciata dal gip di Chieti non ha aggiunto elementi nuovi. Il magistrato si è limitato a confermare la detenzione per tentato omicidio, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale, dichiarando al tempo stesso la propria incompetenza. Ora tocca alla procura di Roma che però va a rilento.
Intanto Leonardo, Chucky per gli amici, è in sciopero della fame e della sete. Nel corso dell’interrogatorio ha descritto il suo abbigliamento nel corteo e chiesto che venissero fatte indagini per accertare la sua esatta posizione: «Identitificatemi in mezzo alla piazza e vedrete che non sono io quello che ha dato fuoco o era vicino all’autoblindo», ha detto. Precisando di essere stato solo spettatore della scena da una certa distanza, insieme ad altre migliaia di persone. Ha spiegato anche che il giovedì precedente aveva  partecipato al presidio sotto Banca d’Italia. Poi era rimasto con gli “accampati” in via Nazionale, sulla scalinata del palazzo delle Esposizioni, fino al sabato successivo quando si è aggregato allo spezzone di corteo partito dalla Sapienza.
Quanto ai suoi «precedenti», tanto sbandierati come un’intrinseca prova di colpa, riguardano la partecipazione alla proteste contro lo sversamento dei rifiuti napoletani in una discarica della sua città. In quella circostanza venne identificato insieme ad alcuni sindaci, tra cui quello di Ariano Irpino, ed alcuni avvocati del posto.
In sua difesa è giunto anche un comunicato dell’associazione “Ariano in movimento”, animata dai Giovani comunisti, nonché l’intervento di Riccardo Di Gregorio, capogruppo di Rifondazione alla provincia di Chieti. Intanto il numero degli arrestati per gli scontri del 15 ottobre è salito ancora con l’arresto, ieri mattina, di 5 minorenni per resistenza pluriaggravata e danneggiamento. Per loro, tutti liceali e incensurati (due risiedono a Guidonia, due nel quartiere di San Paolo ed uno ad Ardea) sono è stataa disposta la custodia cautelare ai domiciliari. I 5 erano stati bloccati dagli agenti di polizia in via Merulana, in una zona dove erano stati dati alle fiamme alcuni cassonetti della spazzatura, ma poi rilasciati per la minore età.

Paolo Persichetti
Liberazione 28 ottobre 2011

 

 


Libertà per le arrestate e gli arrestati del 15 ottobre!

07-Nov-11

 

Dopo il 15 ottobre, in tutto il mondo il movimento di opposizione sociale alle politiche di austerity non si ferma: dai due giorni di sciopero generale in Grecia con scontri sotto al parlamento fino a Oakland, in California, città un tempo roccaforte della Pantere Nere, dove i/le manifestanti sono stati caricati/e con manganelli e lacrimogeni. Tanto per fare un paio di esempi.

Qui in Italia la giornata del 15 ottobre ha lasciato strascichi difficili da gestire: il centro-sinistra prende le distanze dal movimento e addirittura invoca arresti di massa e leggi speciali (si leggano le dichiarazioni di Vendola, Di Pietro e Ferrero); la parte di movimento ad esso più vicina, che plaude alle rivolte quando sono lontane nel tempo o nello spazio, si accoda a questa condanna senza appello, con prese di posizioni moraliste che dimostrano un’incapacità d’analisi vergognosa.
La verità raccontata da giornali e TV, capitanati da “La Repubblica”, è imbarazzante: con false interviste e falsi scoop si cerca di dimostrare che la manifestazione che ha sfilato per Roma il 15 fosse “compatibile” con il sistema economico vigente, tentando così di ricondurla all’interno dell’anti-berlusconismo. A far degenerare il tutto, sarebbe stato un complotto ordito da pochi  cattivissimi che, col sostegno di ultrà da stadio e altri mostri simili, avrebbero costretto i poveri poliziotti a intervenire, quasi a mani nude per colpa dei tagli del governo.
Sappiamo bene che, in realtà,  non c’era nessuna “regia occulta”. Per questo torniamo ad esprimere totale solidarietà a tutti e tutte quelli/e che sono finiti nell’occhio del ciclone mediatico (come compagni e compagne di Acrobax, di Askatasuna, del movimento No TAV, di Gramigna).
Non possiamo restare in silenzio di fronte a tutto questo.
Il primo motivo è che dodici giovani compagni e compagne rastrellati/e a caso durante la manifestazione sono ancora in carcere.
C’è stata una prima ondata di perquisizioni e denunce in tutta Italia e per quello che leggiamo in questi giorni su “Il Messaggero” e “Il Tempo” sappiamo che a breve ci saranno nuove denunce, fermi, perquisizioni e arresti.
Tutto l’arco politico costituzionale, da Maroni a Vendola con Napolitano in testa, sono uniti nel chiedere di arrestare i violenti: e la Procura li accontenterà.
Il secondo motivo è che dobbiamo continuare a promuovere le lotte sociali e l’opposizione alle politiche di austerity, interrogandoci su come la rabbia che si esprime nelle grandi piazze possa dare forma alle lotte quotidiane.

Cominciamo con il non lasciare solo o sola chi è attualmente in carcere.
Torniamo sotto Regina Coeli e sotto Rebibbia Femminile
Costruiamo insieme un presidio di solidarietà in occasione dell’udienza del Tribunale del Riesame che si terrà mercoledi 2 novembre a Piazzale Clodio

 

Per le spese legali sottoscriviamo al Conto corrente di Radio Onda Rossa:

  • compilando un bollettino di conto corrente postale CCP n. 61804001 intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001, Via dei Volsci 56 – 00185 Roma. Causale: “15 ottobre”.
  • Effettuando un bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001 Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001 Causale: “15 ottobre”.
Venerdì, Ottobre 28, 2011
da: http://www.inventati.org/macchiarossa/?q=node/51

Roma: dal presidio al Gianicolo

07-Nov-11

Un buon numero di compagni e compagne si sono date appunatamento al gianicolo per portare un saluto ai ragazzi anche detenuti a regina coeli in seguito alla manifestazione del 15 ottobre.

 

 

Presidio al Gianicolo

07-Nov-11

 

GIOVEDÌ 20 OTTOBRE
ore 17
Presidio presso l’anfiteatro del gianicolo, in solidarietà con gli
arrestati e le arrestate durante la manifestazione del 15 ottobre, ora
reclus* nel carcere di Regina Coeli.
PORTA SOLIDARIETA’ SOTTO IL CARCERE, NON FOTO IN QUESTURA!