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SOTTO IL CARCERE DI VELLETRI

 

Manifesto Velletri

Quanta rabbia abbiamo provato alla notizia della condanna di Lorenzo e Giuseppe?
Quanta altra sapendo che Giovanni doveva ancora rimanere in carcere?
Oggi come oggi, ribadire, gridare e far sentire concretamente che nessuno/a è solo/a è indispensabile.

Per Sabato 10 marzo alcuni/e compagni/e si sono fatti/e promotori e promotrici di un presidio sotto il carcere di Velletri, per portare un saluto a Giovanni, che in una delle sue lettere, ci ha detto chiaramente: “Se venite nel piazzale e vi mettete vicino ai due alberi, riesco anche a vedervi…”
Tocca fare un piccolo sforzo, che in fondo è una cazzata per chi lotta per le proprie libertà e quelle di tutti/e.
Sveglia un po’ prima e tutti/e a Velletri.
Per chi vuole c’è un appuntamento per andare insieme da Termini alle 9.30 e prendere il treno regionale delle 10.07.

Durante il presidio allestiremo un gazebo dove raccoglieremo libri, materiali, messaggi, lettere, riviste, disegni, poster, manifesti, magliette, insomma qualsiasi cosa tu voglia far arrivare ai ragazzi che sono al momento privati della loro libertà, per far sentire vicinanza e solidarietà…

Se ne colpiscono alcuni/e, per mettere paura a tanti/e ed è in tanti/e che bisogna rispondere.

Perchè nessuno/a rimanga solo/a, ci vediamo sotto il carcere di Velletri alle ore 11.

TUTTE LIBERE ! TUTTI LIBERI !

Giovanni, Robert, Ilaria, Lorenzo, Giuseppe: nomi come altri, di persone tra tante.
Nomi come altri, tra tutti coloro che il 15 ottobre erano a Roma.
Persone tra tante, che quel giorno hanno portato la loro rabbia per le strade della città.
Giovani ragazzi e ragazze, ai quali lo Stato sta presentando il conto; sentenze “esemplari”, che suonano come monito rivolto a tutti coloro che osino alzare la testa, a tutti/e coloro che non si rassegnano a recitare un copione già scritto, a tutti/e coloro che esprimono conflittualità al di fuori delle regole imposte e del consentito.
Se, infatti, il sistema impone delle regole per la sua stessa esistenza, chi ha fatto e continua a fare il gioco dei poteri forti?
Chi divide tra buoni e cattivi? E chi continua ad accettare questa distinzione?

Giovanni, Robert, Ilaria, Lorenzo, Giuseppe: ragazzi e ragazze che hanno avuto, come tutti/e gli/le altri/e, le loro buone ragioni per non restare a casa, da contrapporre a quelle di chi, in questo paese come in tutto il mondo, antepone gli interessi di banche, padroni e politici di ogni colore, alle vite delle persone.

Al momento a pagare sono loro.
3 anni e 4 mesi per Giovanni, ancora rinchiuso in carcere.
2 anni per Robert.
Ilaria ancora agli arresti domiciliari in attesa della prossima udienza.
E il 22 Febbraio un’altra batosta: 5 anni per Giuseppe, altri 4 per Lorenzo.

I mostri sbattuti in prima pagina, con la maschera confezionata su misura: il Tg5 vomita menzogne e millanta inesistenti video che ritraggono Lorenzo e Giuseppe mentre lanciano dei sassi, dopo che il magistrato Anna Maria Fattori, accogliendo in tutto le richieste del Pm Ilaria Calò, ha sputato la sua sentenza, infame ed inequivocabile: non si punisce il fatto specifico, ma l’aver partecipato alla manifestazione del 15 Ottobre. Compartecipi della rabbia che accomuna tutti/e noi per una vita da sfruttati/e, per una crisi fatta pagare alle popolazioni di tutto il mondo, per un presente che parla di esclusione dai bisogni primari, di sottomissione ai profitti del capitale e ai diktat del mercato.

E il solito stucchevole ritornello: i manifestanti buoni e quelli cattivi.

Ma chi sono questi ragazzi/e? Chi è Giovanni? Chi è Robert? Chi è Ilaria? Chi è Giuseppe? Chi è Lorenzo?

Ragazzi/e come tanti/e, sfruttati/e tra gli sfruttati/e. Che vengano da un paese del sud Italia o dall’est Europa, che abitino la periferia di Roma, o siano emigrate in un altro paese, che studino, lavorino o si arrangino come possono.

Nomi diversi, vite diverse, stessa rabbia.

Oltre a loro, altri 14 denunciati.
Nomi diversi, vite diverse, tutte colpite dalla repressione.

Tra loro non si conoscono, ma si sono riconosciute in tutte le persone che erano in piazza San Giovanni quel giorno: troppe per conoscersi tutte tra loro, abbastanza da stare fianco a fianco e mettere paura a chi ci vorrebbe indifferenti e rassegnati.

Affinché Giovanni, Robert, Ilaria, Giuseppe e Lorenzo non rimangano solo dei nomi.
Affinché nessuno sia solo/a, affinché la paura cambi di campo.
La solidarietà è un’arma.

La rabbia non si arresta. Libertà per tutti e tutte.

SABATO 10 MARZO: UN SALUTO A GIOVANNI E UN PENSIERO A ROBERT, ILARIA, GIUSEPPE E LORENZO

Una giornata cosciente e militante, gesti concreti di vicinanza e solidarietà.

Il presidio aderisce alla chiamata di mobilitazione sotto le carceri italiane lanciata dal Movimento NO TAV della Val di Susa.

EVASIONI – Rete solidale contro carcere, cie e repressione

Su Radio Onda Rossa sulla frequenza di Roma 87.9 FM o in streaming dal sitohttp://www.ondarossa.info/ Mercoledì 7 Marzo alle ore 11:00 e alle ore 15:00 e Venerdì 9 Marzo alle 17:00, durante Silenzio Assordante, sarà presentata l’iniziativa.
Sabato 10 verso le 12:00 faremo corrispondenze da sotto il carcere di Velletri.

Indicazioni logistiche:
Per chi parte con il treno da Roma appuntamento alle 9:30 a Termini all’ingresso di via Giolitti, vicino le scale (puntuali!).
I treni sono i regionali
Roma Termini – Formia (linea FR7)
Roma Termini – Nettuno (linea FR8)
La partenza è alle 10.07. L’arrivo a Campoleone è alle 10:35.

Per chi arriva alla stazione di Campoleone con mezzi propri (o a piedi) alle 10:30 alla stazione.

Oppure direttamente alle 11:00 di fronte al carcere di Velletri, SP Via Campoleone-Cisterna, Km 8.600